Sport

58 secondi di lettura
Sconfitto nelle aule di tribunale, vittorioso sul campo, di nuovo battuto (quasi certamente) a tavolino. E' l'amaro destino del Genoa, che nemmeno una lunga estate calda di sofferenza sembra avere emendato da eventuali colpe, se è vero che la squadra di Vavassori, all'esordio nel campionato di C1 35 anni dopo la prima volta, dovrà subito lasciare agli avversari i tre punti conquistati ieri a Ravenna davanti a quattromila tifosi dalla fede incrollabile. Colpa di un cavillo burocratico (la squalifica apparentemente non scontata di un giocatore, Ghomsi, entrato negli ultimi nove minuti e autore del terzo gol), ma soprattutto di una sindrome che attanaglia ormai da tantissimo tempo il club più vecchio d'Italia: quella di essere vittima di un'autentica maledizione, di un sortilegio antico quasi come la sua storia, che sembrava concluso con la retrocessione in serie C1. Ora il Grifone si ritrova a dover ancora attendere il verdetto di un giudice sportivo per sapere se mercoledì a Torino dovrà affrontare in campo neutro il Pizzighettone sempre da meno 3. L'ennesima beffa per il vecchio Grifone, che proprio il 7 settembre compirà 112 anni. Una festa che, dopo la mazzata di ieri, nessuno in casa rossoblù ha voglia di celebrare. (Maurizio Michieli)