Di professione faceva il “contractor”, la guardia armata a protezione di chi doveva recarsi per lavoro in una zona di guerra pericolosa. Nel 2003 Fabrizio Quattrocchi, nato a Catania ma genovese d'adozione, andò in Iraq e lì – il 13 aprile dell'anno dopo, esattamente 18 anni fa – fu preso in ostaggio a Baghdad insieme a tre colleghi (Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio) da miliziani di un gruppo autoproclamatosi 'Falangi verdi di Maometto'.
I rapitori chiesero al governo italiano, presente nel paese arabo con circa 3.000 militari in un'operazione di mantenimento della pace denominata Antica Babilonia, il ritiro delle truppe e le scuse per alcune frasi che avrebbero offeso l'Islam. L'ultimatum fu rifiutato. Mentre Cupertino, Agliana e Stefio furono liberati l'8 giugno 2004 dopo 58 giorni di prigionia Quattrocchi venne ucciso il giorno dopo il rapimento e rimangono impressionanti le parole che pronunciò al suo assassino prima dell'esecuzione: “Adesso ti faccio vedere come muore un italiano”. Aveva 36 anni. I funerali avvennero in forma solenne il 29 maggio nella cattedrale di San Lorenzo.
Nel 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la medaglia d’oro al valor civile alla memoria. Il servizio si riferisce ai momenti immediatamente successivi al rapimento ma nell'archivio storico potete trovare molti altri contributi su questa terribile vicenda (Guarda qui).
IL COMMENTO
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