Se ne è andato Giuliano Pennisi, a 77 anni, figura importante di una politica che non c'è più. Avvocato di tradizione famigliare, con il suo splendido ufficio davanti a Tursi, ma sopratutto innamorato della politica fino da bambino, un vero socialista per tutta la vita.
La sua era la figura di un uomo saggio, rodato da quella passione che non lo ha mai abbandonato e che lo aveva fatto aderire al Psi, ai cui ideali è rimasto attaccato, anche quando tutto cambiava e la Prima Repubblica, della quale a Genova era stato un esponente significativo, non esisteva più.
Era stato un fossiano , un fedele di Francesco Fossa, uno dei grandi capi che governavano il socialismo storico genovese, fatto di tante sfaccettature, di tanti leader. C'erano Magnani, Meoli, Cerofolini, c'era perfino Baget Bozzo sullo sfondo, in una tradizione che ha guidato Genova per decenni, che ha scritto la sua storia politica, nei governi di centro sinistra e poi nelle giunte rosse.
Giuliano era un “centrista” in quelle differenze sottili che il partito fondato a Genova aveva. Era equilibrato, sicuramente affascinato anche lui da Craxi, ma con misura. La sua professione di avvocato, esperto sopratutto nel diritto del lavoro, è sempre stata parallela all'impegno politico.
E' stato anche presidente della Fiera di Genova in una fase di grande spinta anche grazie alle sue idee. Solo gli incidenti di Tangentopoli gli avevano impedito di diventare parlamentare, che sarebbe stato il suo sogno.
Nei rapporti anche di forza in una città di muri politici spesso invalicabili, tra Dc e Pci, prevaleva sempre la sua saggezza, il suo equilibrio. Quando poi tutto lo scenario politico è cambiato e il Psi è stato inghiottito da Tangentopoli, Giuliano, non ha certo abbandonato i suoi ideali.
Per lui la politica era come una febbre, un'esigenza di impegno civile, la ricerca delle soluzioni e degli uomini migliori per la città. Non è mai stato protagonismo il suo, ma vera passione, mai spenta. Se lo incontravi e spesso avveniva per amicizia antica e fedele, la sua domanda era sempre su quello che stava succedendo nella politica, nei partiti, nei personaggi.
Negli ultimi anni con l'età e con qualche acciacco non mollava certo. Era bellissimo passare in via Garibaldi e trovarlo spesso seduto al bar sotto il suo ufficio. Si facevano due chiacchiere, di politica sopratutto, si analizzava la situazione e se gli interlocutori erano magari giovani politici e amministratori non mancavano mai i suoi consigli.
Giuliano è volato via dopo una malattia che lo ha indebolito rapidamente . Lascia la sua compagna Enza, la figlia Valeria con il marito Enrico Scopesi, i suoi nipotini Giuliano e Giovanni, a cui era affezionato con il suo stile riservato, ma sempre profondo. Mancherà a tanti, non solo ai suoi fedelissimi amici del Psi che non c'è più, ma che per lui c'era ancora, sopratutto Fabio Morchio, Arcangelo Merella e tanti altri...... Ciao Giuliano.
IL COMMENTO
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