GENOVA -Il papà dice che ha scelto di emigrare in Italia e a Genova "perchè è una bella città", lei, dodici anni, la prima dei tre figli dell'uomo, grande personalità nonostante l'età, racconta di sognare di fare l'avvocato, ma che se potesse esaudire un desiderio tornerebbe nel suo villaggio dove è nata, non lontano da Dacca, "mi manca tanto" ammette ritrovando il candore della sua giovane età.
Il papà, anche lui con il vestito della festa, ha un negozio di frutta e verdura in via Caffa, come lo zio che invece il negozio ce l'ha nel centro storico, in via Canneto Il Lungo.
La comunità bengalese di Genova, circa tremila persone che diventano seimila in Liguria, stamane si è ritrovata alla preghiera in piazza Caricamento.
Di solito s'incontrano in uno dei piccoli centri di preghiera aperti in città, sognando una moschea.
Per sottolineare la vicinanza ai genovesi i bengalesi hanno invitato anche due politici, l'assessore Matteo Campora, e il consigliere Paolo Gozzi, ex Pd ora della lista Vince Genova di Bucci. Campora nel salutare la comunità in preghiera ha sottolineato il contributo dato alla città e l'ottima integrazione nel tessuto e la vita sociale.
La festa del sacrificio in piazza Caricamento e in via Fillak è stata l'occasione per la folta comunità musulmana di rinnovare agli amministratori la richiesta per una moschea a Genova. L'assessore Campora non avendo delega in merito non si è sbilanciato, ma ha rimarcato che a settembre la comunità incontrerà il sindaco Bucci, per parlare di ogni problema dei bengalesi, e anche del sogno della moschea.
IL COMMENTO
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