GENOVA -Più dei Gemelli e del Leone, come suggeriscono gli astri, il 2023 potrebbe essere l'anno della gorgonzola.
La miccia, facciamo pure mea culpa, l'abbiamo accesa noi di Primocanale inserendo il gustoso formaggio piccante tra i cibi da smettere di mangiare per il nuovo anno, colesterolo e girovita, fanno paura.
L'auspicio non è piaciuto ai nostri lettori che sui social, pur con garbo, si sono schierati compatti a difese della gorgonzola "che sta bene su tutto". Insomma nel 2023 in alto i calici è giù le mani dalla gorgonzola, o la gorgonzola è mia è guai chi me la tocca.
A giudicare dagli auspici espressi alla domanda "Cosa chiedi al nuovo anno?" Un gioco e un momento di riflessione, il tormentone di ogni fine anno, noi giornalisti e operatori di Primocanale - ma c'era da dubitarlo? -, siamo un perfetto spaccato della società:
Chi con il nuovo anno spera di imparare a suonare il pianoforte, forse perchè il neurologo Rodriguez assicura che suonare uno strumento preserva la memoria, chi si ripromette di nuotare e andare in bici più spesso, in fondo la stessa brama di estraniazione dalla realtà. Come chi desidera leggere più libri. Nessuno, è questo dispiace, ha espresso il desiderio di andare di più al cinema.
C'è, fra noi di Primocanale e fra i nostri lettori, chi spera che il 2023 gli regali la sospirata anima gemella, chi vuole solo più sesso, chi desidera un figlio, è questa è pure una notizia nella città dei record di denatalità. Non mancano gli auspici senza tempo, tanto scontati che bisognerebbe bandirli dai propositi: la salute, più soldi, su tutti, e poi come non si fa a dire stop alla guerra, auspicare la fine del covid e sperare nella democrazia in Iran e Afghanistan?
C'è poi chi vuole camminare nel verde, chi vuole sconfiggere la pigrizia, chi perdonare di più, chi vedere meno Bassetti in tv, chi perdere 10 kg, chi desidera il Genoa in A e chi arriva a profetizzare l'impossibile: Scarpa d'oro al centravanti rossoblu Aramu. Chi desidera passare dai Negroni a drink più leggeri. Qualcuno sogna la caduta della Meloni, altri più pragmaticamente un posteggio all'ospedale Villa Scassi.
C'è pure chi chiede un distributore di carburante a prezzi scontati vicino a casa: eccolo il primo segno della crisi, come i tanti ardimentosi che ancora al 2023 chiedono un lavoro, un lavoro per sé, per il marito, per il figlio. Anche un semplice lavoretto, pure mal pagato, cosa facile d'altra parte. Uno schiaffo a chi continua a dire che la disoccupazione non esiste o peggio, è una scelta per starsene sul divano, magari aspettando il reddito di cittadinanza.
E allora per gioco, ma anche per capire chi è a digiuno quando si è sazi, perchè l'anno prossimo non facciamo tutti lo sforzo di metterci nei panni di chi un lavoro e uno stipendio non ce l'ha e vedere finalmente l'effetto che fa?
IL COMMENTO
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