GENOVA - Questa mattina Furio Truzzi, presidente di Assoutenti a livello nazionale, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Genova contro la multinazionale Giovanni Rana a seguito del caso delle 7 tonnellate di pesto alla genovese sequestrate presso il porto di Genova: "Non basta del buon basilico per fare il pesto alla genovese - ha dichiarato - e le dichiarazioni della multinazionale Giovanni Rana non ci convincono".
Su Primocanale, l'associazione che tutela i consumatori ha sottolineato l'importanza della tutela del prodotto. "Noi contestiamo che debba fare il giro del mondo per diventare 'pesto genovese' mentre noi abbiamo forza lavoro qui in Liguria pronta a fare il vero pesto e non una roba che sembra più sangue di Shrek".
Contestualmente alla presentazione dell’esposto il presidente ha anche lanciato la “Disfida del Pesto”: a maggio tutti i liguri che lo vorranno, donne e uomini, vorrà potrà sfidarsi a colpi di basilico e mortaio ai Giardini Luzzati per dimostrare a Giovanni Rana che nessuno meglio di loro sa produrre il pesto genovese. "Chiameremo 100 campioni del pesto genovese ligure e vogliamo organizzare questa sfida per dimostrare di cosa siamo capaci".
Eppure vicende come queste devono far riflettere anche sul fatto che manca una vera e propria commercializzazione industriale del pesto che parta dalla Liguria: stiamo parlando della seconda salsa più conosciuta al mondo, ma l'originale è difficile da riproporre all'estero in quanto il basilico cambia sapore in base alle diverse latitudini. E anche il pesto esportato dalla Liguria non è lo stesso. Secondo Truzzi "aumentare la produzione agroalimentare ligure proprio in un settore rinomato come quello del pesto può essere un'idea vincente che piace ai consumatori, ma piace anche a chi cerca lavoro".
IL COMMENTO
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