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Presentato esposto alla Procura di Genova dopo il caso delle 7 tonnellate di pesto sequestrate in porto
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di Andrea Popolano

GENOVA - “Ricorrere alle casalinghe della Liguria per produrre il pesto che sarà poi destinato al mercato estero, in modo da garantire al 100% l’italianità del prodotto” così il presidente di Assoutenti Furio Truzzi dopo il caso del pesto Giovanni Rana sequestrato. Assoutenti ha annunciato che presenterà un esposto alla Procura di Genova per danni al Made in Italy.

Il caso delle sette tonnellate di pesto alla genovese sequestrate in porto a Genova dopo un controllo effettuato dagli ispettori di frontiera del ministero della Salute finisce all’attenzione della Procura della Repubblica. Assoutenti chiede di accertare possibili risvolti penali della vicenda. 

Nei contenitori le etichette riportavano la scritta: “Basil pesto – 100% imported italian dop genovese basil” destinato a essere venduto in Francia e in Spagna, con il marchio Kirkland, da Costco, una rete di supermercati hard discount americani. Il problema è che il carico di pesto non sarebbe prodotto in Liguria ma negli Stati Uniti. Il produttore infatti è la Rana Meal Solutions (azienda del gruppo Giovanni Rana con sede a Chicago) Da qui la provocazione lanciata da Assoutenti all'azienda italiana del noto imprenditore. La stessa azienda avrebbe presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro il provvedimento.

Non entriamo nel merito delle responsabilità e delle condotte contestate dal ministero della Salute ma, ritenendo il pesto genovese una eccellenza italiana da tutelare, e considerate le possibili ripercussioni per il Made in Italy, abbiamo deciso di presentare un esposto alla Procura d Genova per la possibile fattispecie di frode in commercio e truffa – spiega il presidente Truzzi –. Qualora infatti venisse accertata l’immissione in commercio di un prodotto straniero spacciato come 100% italiano, potrebbero configurarsi ipotesi penali di competenza della magistratura”.

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