GENOVA - Due giorni di proteste davanti alla Prefettura di Genova e agli istituti scolastici della Liguria. Gli studenti, con i loro striscioni che recitano "Non me lo posso permettere", sono scesi in piazza contro il caro scuola, denunciando come nel giro di un anno le famiglie arrivino a spendere anche 100 euro in più per ogni figlio. Libri troppo costosi, ma anche l'occorrente che va dallo zaino ai quaderni. Per non parlare poi di squadre e righelli per l'ora di tecnica, le tute da ginnastica, i dizionari al classico, il necessaire per l'artistico.
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A raccogliere il malcontento dei ragazzi è stato il sindacato studentesco Rete degli Studenti Medi, come spiega il referente regionale Francesco Devoti che a Primocanale commenta: "Che in una scuola che si chiami scuola pubblica, non è possibile che la maggior parte dei costi gravino sulle famiglie, su chi va a scuola tutti i giorni, su chi deve in qualche maniera poi comprare dei libri, comprare i titoli di viaggio per i mezzi di trasporto, pagare per fare dei viaggi di istruzione. E poi abbiamo voluto inserire anche in questa nostra rivendicazione la questione del bonus psicologico", ricorda, sottolineando gli anni difficili dopo il Covid e quelli attuali comunque di incertezza, in cui sono aumentati i disagi per i più giovani.
"Abbiamo convenuto tra di noi che fosse necessario mobilitarsi per chiedere che le istituzioni ascoltino quelle che sono le nostre rivendicazioni, perché alla fine andare andare a scuola è un nostro diritto e non può essere minato da dei costi esorbitanti, insostenibili, specialmente in quei contesti in cui in una famiglia ci sono più figli"
La protesta di fronte a diverse scuole liguri, si è estesa anche alla provincia di Imperia. "La questione del caro-scuola è fondamentale. A partire dai libri per arrivare sino all'enorme spesa per i trasporti, ancora del tutto insufficienti nella nostra provincia, per le famiglie con più di uno studente o una studentessa diventa veramente complicato tenere insieme tutto", aggiunge Anna Vianello, della Rete Studenti di Imperia. "Non è ammissibile un sistema di questo tipo".
A Genova la protesta ha visto protagonisti diversi istituti, tra cui anche il Leonardo Da Vinci, il Colombo, il Vittorio Emanuele e il Cassini. "Nei costi della scuola inseriamo senz'altro anche quelli relativi al benessere psicologico e alla salute mentale", conclude Eleonora Lintas, rappresentante d'istituto del Liceo Leonardo Da Vinci e dirigente locale della Rete degli Studenti Medi di Genova. "È infatti proprio la scuola uno dei luoghi in cui il disagio psicologico di noi studenti e studentesse si manifesta, nonché una delle principali cause, come abbiamo riscontrato nella nostra campagna Chiedimi Come Sto. Per non parlare delle gite scolastiche e dei viaggi di istruzione, ancora troppo cari per le famiglie. Tutto questo rappresenta una questione di classe."
La protesta non si è fatta attendere e il sindacato studentesco annuncia che verrà portata avanti per tutto l'autunno, insieme alle altre forze che compongono l'opposizione politica e sociale a questo Governo.
IL COMMENTO
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