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Si riprenderà il sei novembre con interrogatori di due imputati che hanno fatto parte dei vertici di Autostrade, Ceseri, ex amministratore delegato degli anni 90, e Bergamo, direttore centrale maintenance e investimenti esercizio
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di Michele Varì

GENOVA - Dopo il più lungo interrogatorio finora avvenuto in aula al progettista Spea Emanuele De Angelis, che alla fine ha pianto dallo stress, il processo per la tragedia di ponte Morandi del 14 agosto 2018 costata la vita a 43 persone e che vede alla sbarra 58 imputati si fermerà due settimane per dare modo di analizzare le dichiarazioni rilasciate sino ad oggi dai testi del gruppo conoscitori del progetto di retrofitting.

Il dibattimento riprenderà alle 10 di lunedì 6 novembre con l'interrogatorio di Pierluigi Ceseri, amministratore delegato per due anni e direttore generale di Aspi degli anni '90, e Mario Bergamo, direttore centrale maintenance e investimenti esercizio Aspi dal 8.5.2015 al 3.4.2016, e a cui
succederà Donferri Mitelli.

Insomma si sale sempre più di livello nella gerarchia dell'azienda che si ritiene essere la principale responsabile della tragedia che si sarebbe potuta evitare svolgendo la manutenzione delle due pile crollate, un progetto, il retrofitting, di cui si è parlato per 25 anni ma che sarebbe dovuto partire nell'autunno del 2018, troppo tardi per evitare il collasso del viadotto.

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