GENOVA - Un cinghiale a spasso in via Dodecaneso, ad Albaro: la segnalazione arriva dopo giorni in cui gli ungulati sembravano quasi spariti dalle vie della città, Valbisagno e colline a parte, dove invece sono ormai di casa.
Il fatto che si siano ridotte le segnalazioni di ungulati nelle vie dei quartieri del centro, del levante e del ponente della città era stato messo erroneamente in collegamento con l'allarme per la peste suina africana che ha ucciso almeno almeno sei cinghiali nella provincia di Genova.
Gli esperti delle guardie regionali a cui spetta fronteggiare l'avanzata dei cinghiali in ambito urbano calcolano che solo nel greto di Bisagno vivano circa cento cinghiali stanziali, animali destinati ad essere abbattuti proprio per prevenire il dilagare della peste suina.
Stessa probabile fine per motivi di sanità pubblica anche per i diecimila cinghiali che gravitano nei boschi della zona rossa estesa fra la provincia di Genova e quella di Savona.
Per contrastare la peste suina da giorni è stata avviata la ricerca delle carcasse di cinghiali morti al fine di definire e al più presto restringere la zona in cui vietare ogni attività dell'uomo. Obiettivo: salvare l'economia delle attività outdoor, dal trekking e alle mountain bike e ridare respiro agli agriturismi, ai ristoranti nel verde e ai rifugi.
Sabato è stata ritrovata una carcassa a Isola del Cantone nei pressi della radura dove era stato già rinvenuto un cinghiale senza vita nei giorni scorsi, uno dei primi ungulati positivi della scorsa settimana. Anche in questo caso, dalle prime analisi sembra che si tratti di peste suina.
Il bilancio dei cinghiali uccisi dalla peste suina nella sola Liguria al momento è di sette casi: uno a Isola del Cantone, due a Ronco Scrivia, tre a Campo Ligure, uno a Rossiglione.
IL COMMENTO
Bucci ha ragione: urge prendere decisioni per far correre la Liguria
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid