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L'animale, che ha una lunghezza di oltre dieci metri, era già morto e in stato di decomposizione. Il decesso del cetaceo potrebbe essere dovuto a cause naturali oppure per ragioni antropiche, quindi legate all'essere umano, come inquinamento o altri fattori
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di Redazione

FINALE LIGURE - Si è spiaggiata la carcassa di una balenottera sulle coste di Finale Ligure. È successo nella serata di ieri. Questa mattina la notizia ha raccolto decine di persone sulla spiaggia di San Donato per ammirare la macabra scoperta.

L'animale, che ha una lunghezza di oltre dieci metri, era già morto e in stato di decomposizione. Il decesso del cetaceo potrebbe essere dovuto a cause naturali oppure per ragioni antropiche, quindi legate all'essere umano, come inquinamento o altri fattori esterni. Sono comunque in corso di accertamento.

L’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) ricorda l’utilizzo dell’immensa quantità di carne ed ossa del cetaceo: gli scienziati del settore, infatti, attribuiscono importanza ai grandi resti dei cetacei, che normalmente affondano e vanno ad alimentare le moltissime specie animali marine che vivono nei fondali profondi, che a loro volta contribuiscono ad incrementare la catena biologica di pesci e cetacei di superficie. OSA si augura quindi che, “fatta comunque e prioritariamente salva la sicurezza della navigazione e risolti i relativi problemi tecnici, il grande corpo venga trainato al largo e lasciato affondare”.

OSA spera che “l’avvenimento faccia riflettere la Regione Liguria sulla presunta tutela dei cetacei nel Santuario Pelagos: dopo la costituzione formale dell’area (ottobre 2001) non è più stato approvato un solo articolo di legge e l’area marina rimane quindi solo una “espressione geografica”, dove ancora sono permesse le “ferrettare”, reti lunghe fino a 2,5 chilometri, vere trappole per cetacei e pesci pelagici, e attrezzi professionali anche a pescatori sportivi, come nasse e parangali; e dove il recupero e lo smaltimento delle migliaia di chilometri di reti da pesca perdute o abbandonate è ancora raro e svolto solo da organizzazioni private di volontari e scienziati” conclude l’associazione animalista.