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Sciopero e presidio dei lavoratori in stato di agitazione. In 48 rischiano il posto: "Scelta scellerata dei dirigenti che vogliono portare la produzione in Inghilterra. Bisogna salvare un'azienda storica della città"
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di Andrea Popolano

GENOVA - Sciopero, protesta e rapido corteo da parte dei lavoratori della Technisub di Genova. L'azienda ha annunciato che entro marzo dell'anno prossimo chiuderà definitivamente la sede di Genova. A rischio la situazione di 48 lavoratori. L'azienda è stata fondata nel 1962 da Luigi Ferraro e storico marchio di attrezzature subacquee, controllata dal 1982 dalla francese Aqualung (nata per impulso del noto esploratore Jacques-Ives Cousteau). A Genova è scattato lo stato di agitazione. All'interno dello stabilimento di Genova (in val Bisagno) si producono prevalentemente maschere, pinne e boccagli. L'obiettivo dei lavoratori e dei sindacati e quello di aprire un tavolo istituzionale "che metta al centro l'occupazione". Il deputato ligure del Pd Luca Pastorino ha annunciato che presenterà una interrogazione al ministro delle Imprese Adolfo Urso.

Il gruppo, proprietà del fondo d’investimento statunitense Barings, ha annunciato “la progressiva cessazione delle sue attività produttive condotte presso lo stabilimento Technisub di Genova, rimarcando come Aqualung abbia “dovuto affrontare notevoli sfide che hanno inciso pesantemente sui propri flussi di cassa”. Da qui l’esigenza di “ridurre i costi fissi e ripristinare la propria crescita durevole a lungo termine grazie a un’organizzazione più flessibile ed efficiente”. In sostanza, la multinazionale francese “ha deciso di trasferire le attività della sede italiana, i mezzi di produzione e il know-how, verso il suo impianto produttivo di Blackburn, in Inghilterra.

"Questa soluzione è inaccettabile - spiega Luca Marenco, funzionario Fiom Cgil Genova -. Noi siamo qui per dire che questo stabilimento non deve chiudere, è un'eccellenza del territorio genovese che da 60 anni produce articoli sportivi. Non possiamo accettare che questo marchio venga portato via da Genova". Luigi Pinasco, segretario generale Uilm Genova aggiunge: "Bisogna bloccare questo sciagurato trasferimento. I lavoratori hanno una dignità. Chiediamo che venga ritirata la procedura di trasferimento e che venga aperto un tavolo istituzionale che metta al centro l'occupazione per le lavoratrici e i lavoratori che, al momento, rischiano di pagare il prezzo più alto intorno alla vertenza".

A Palazzo Tursi l'assessore al Lavoro e sviluppo economico del Comune di Genova Mario Mascia, insieme al presidente del Municipio IV Valbisagno Maurizio Uremassi, che hanno ricevuto, al termine del corteo, i lavoratori e i rappresentanti sindacali dell'azienda che produce materiali per il nuoto e il diving. "L'azienda è sana, ai lavoratori è stato richiesto anche uno sforzo da qui a fine anno per ulteriori carichi di lavoro: in questi termini quindi auspichiamo che ci si possa sedere attorno a un tavolo e trovare soluzioni a mente fredda, perché non è accettabile che si chiuda un marchio storico senza valutare le ricadute per i dipendenti, le loro famiglie e il territorio dove l'azienda opera da oltre mezzo secolo - ha dichiarato l’assessore Mascia -. Il sindaco Bucci mi ha delegato ad affrontare con la massima urgenza la situazione. Siamo bene consapevoli che questa vertenza debba essere affrontata nella sua globalità con l’impegno da parte di tutte le parti in causa a salvaguardia di un’eccellenza della nostra città" conclude Mascia.

"Un'altra storica azienda genovese rischia la chiusura in nome della delocalizzazione delle attività produttive: le notizie che arrivano da parte di Technisub, realtà ligure fiore all'occhiello della subacquea e leader mondiale nello sviluppo e nella produzione di imballaggi innovativi in plastica, non sono buone: presenterò una interrogazione per coinvolgere il ministero del Made in Italy e chiedere un preciso impegno per salvare questo sito produttivo sul territorio - dichiara il deputato ligure del Partito democratico Pastorino -. Ritengo fondamentale il coinvolgimento del ministero competente per salvare una realtà storica e mantenere la produzione sul territorio, garantendo un futuro a chi vi è impiegato e mantenendo una storica tradizione in questo campo della città di Genova".

 

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