GENOVA - "Appena ho visto le immagini di Baltimora ho sentito un brivido lungo la schiena e la mente è tornata al 14 agosto e a quei brutti giorni successivi". A parlare a Primocanale è Davide Capello uno dei pochi sopravvissuti del crollo di ponte Morandi il 14 agosto 2018 a Genova".
"Da quello che ho capito le dinamiche sono completamente diverse - prosegue - ma vedere quelle immagini è doloroso perchè rivivi quel dolore ed è stato pesante, il tempo passa, aiuta, però non cancella completamente quello che io ho vissuto e quello che l'Italia intera ha vissuto Il tornare a lavoro ha contribuito a tornare alla vita".
L’ex calciatore del Cagliari, vigile del fuoco, è uscito da solo dall’auto tra le macerie tanto che alcuni soccorritori non credevano che fosse possibile. "Io sono uscito dalle macerie, mi sono avvicinato ai primi soccorritori che che mi hanno guardato incredulo quando gli ho raccontato il fatto di essere stato all'interno di un'auto che era caduta col ponte, credo sia stato scioccante anche per loro perché non credevano che qualcuno si potesse salvare nel crollo".
Il sopravvissuto Capello: "Le auto sparivano nel vuoto come fogli di carta"
Un miracolo, destino o solo fortuna. Davide è riuscito ad uscire da solo dall’auto incastrata tra le macerie e anche lui ancora non riesce a spiegarsi come sia stato possibile. “Vedevo solo polvere e tutti gli airbag esplosi nell'auto, dopo qualche istante di shock ho iniziato a provare a capire dove fossi finito e avevo paura a muovermi all'interno dell’auto perché pensavo di precipitare ancora più giù, non sapevo se l’auto era in una posizione stabile quindi avevo il terrore di muovermi. Dopo un po' la polvere è calata e ho visto che davanti a me c’era del cemento, ho sollevato la cintura e ho iniziato a cercare il mio cellulare per chiamare aiuto, ma non lo trovavo poi mi sono reso conto che la radio ancora era accesa e quindi il telefono era collegato via Bluetooth al touchscreen dell’auto: ho digitato nella tastiera della macchina il numero del 112 ma non sono riuscito a prendere la linea in prima istanza quindi ho chiamato subito il numero interno del comando di Savona dei vigili del fuoco dove lavoro e ho detto quello che era successo, subito dopo ho chiamato la mia fidanzata e mio padre e li ho avvisati che stavo bene”.
Che cosa a distanza di quasi sei anni ti ha lasciato la tragedia? "A godermi di più la vita, i momenti belli, arrabbiarmi di meno e vivere alla giornata".
IL COMMENTO
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