Attualità

Si allarga la presenza di attività commerciali e artigianali che entrano a far parte dello speciale Albo delle Botteghe storiche di Genova. Ma si accende la discussione sulle nuove aperture e le conseguenze per le piccole realtà di quartiere
1 minuto e 30 secondi di lettura

GENOVA - Si allarga la presenza di attività commerciali e artigianali che entrano a far parte dello speciale Albo delle Botteghe storiche e Locali di Tradizione del Comune di Genova. Ventidue new entry che spaziano nei diversi ambiti di lavoro e coprono tutta l'estensione della città.

Paola Bordilli, assessore al Commercio e artigianato del Comune di Genova: "Abbiamo superato le cento unità che rientrano nell'albo. Sono botteghe che resistono grazie alla loro storia e a quei servizi che hanno saputo portare avanti, l'obiettivo è incrementare sempre di più la loro presenza all'interno dell'albo".

Piccole realtà che portano avanti le proprie attività da anni e che ricoprono anche un ruolo sociale all'interno dei quartieri come sottolinea Maurizio Caviglia, segretario generale della Camera di Commercio di Genova: "L'offerta delle piccole imprese che sono sotto casa garantisce non solo la qualità ma anche la vita dei nostri centri, l'illuminazione delle strade e le vetrine aperte. Sono una grande forza e le nuove forme distributive di vendita, siamo convinti, che sapranno cambiare ed evolversi perché la loro forza risiede nella capacità di offrire un servizio di assistenza, capacità e competenza che è all'origine".

Se da una parte la nascita di nuove aree commerciali della grande distribuzione porta con sé una concorrenza sui prezzi e una diversificazione dei prodotti, dall'altra rischia, secondo Confcommercio, di penalizzare le piccole realtà con Genova che rientra tra le città ad alto rischio desertificazione commerciale con una perdita negli ultimi 12 anni di circa il 20% di attività al dettaglio.

Alessandro Cavo, presidente di Confcommercio Genova: "Abbiamo visto cosa è successo a Sampierdarena con la Fiumara, uno scandalo sotto i nostri occhi. Non vorremo che succedesse lo stesso a Sestri Ponente e quartieri vicino. Sono strutture killer di interi quartieri. Crediamo nel commercio di vicinato e nella sostenibilità presente e futura della nostra città perché è una citta policentrica".

 

TAGS