"Non siamo stati noi a tenere in ostaggio la Liguria, sono stati i magistrati a mettere in carcere la Liguria in qualche modo, noi saremmo tornati ben volentieri al nostro lavoro". L'ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, intervenuto a 'Quarta Repubblica' su Rete 4, è tornato sull'inchiesta giudiziaria che lo ha colpito il 7 maggio scorso. In studio nel programma condotto da Nicola Porro, il direttore de Il Giornale Sallusti che ha fatto notare come sia stato registrato per anni giorno e notte il Presidente di una Regione al punto che la procura non ha spazio sui suoi server per archiviare tutto il materiale registrato. Sallusti ha definito “spionaggio” una intercettazione di tale durata e portata.
"Quando capisci che la tua controparte non sente ragioni, se non quelle che saranno in un'aula di giudizio, a un certo punto le amministrazioni devono andare avanti - motiva Toti le sue dimissioni -. Stupisce onestamente un'opposizione, che c'è passata, e una politica in generale senza eccezioni che non ha capito che prima Mani Pulite poi l'era Monti-Severino con i reati contro i colletti bianchi, ha costruito leggi che volendole interpretare portano a far sì che tu possa essere un corrotto o un corruttore per un atto di cui avevi diritto".
Toti apparso sorridente e tranquillo ha poi aggiunto. "Io sono in pace con la mia coscienza. Sono molto sereno. Credo di avere dato tutto quello che potevo alla politica e i risultati nella regione Liguria si vedono. Io non riesco ad avercela fino in fondo neppure con i magistrati, che pure secondo me sbagliano. Io ce l'ho con la politica e con tutti coloro che dal '94 hanno approvato leggi che hanno tolto alla politica ogni potere di azione in questo Paese, lasciando alla magistratura l'idea di poter fare da giudice penale e morale di quello che fa la politica".
Toti ha poi annunciato che presto tornerà a fare il giornalista. "Mi occuperò di politica da un altro punto di vista".
IL COMMENTO
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