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di s.i.

Ancora una volta il Wall of Dolls, il muro delle bambole che a Genova simboleggia la lotta contro la violenza sulle donne, realizzato su una delle facciate del Palazzo di Regione Liguria in piazza De Ferrari, è stato danneggiato durante le proteste del corteo organizzato da Non una di meno. 

L'amarezza per questo gesto

Si tratta di una querelle che va avanti da qualche tempo tra il movimento femminista e transfemminista che si è ritrovato in piazza per protestare nel tardo pomeriggio del 25 novembre e l'associazione che con questa installazione vuole ricordare 365 giorni all'anno le tante, troppe, donne vittime di violenza ogni anno. 

“In una giornata significativa come il 25 novembre, dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, hanno compiuto un atto di violenza su un simbolo che rappresenta l’esatto opposto, commettendo simbolicamente un secondo femminicidio su ogni bambola, che rappresentava una vittima”

Constata amaramente in una nota la coordinatrice regionale dell'associazione Wall of Dolls, Barbara Bavastro, che proprio questo finesettimana e lunedì ha portato in città diverse iniziative di sensibilizzazione e di raccolta fondi a sostegno delle donne vittime di violenza, in fuga dagli ex violenti. A farle eco è Paola del Guercio, che aggiunge: "Hanno calpestato i diritti degli studenti che avevano contribuito al Wall of Dolls con i loro lavori, oltre a violare profondamente i diritti di Alessandro, privandolo dell’unico ricordo di sua madre: una bambola affissa al muro come testimonianza personale e simbolo di integrazione e denuncia pubblica". 

"Il muro è stato distrutto ancora una volta da un movimento che rifiuta il dialogo, non crede nella rete e promuove esclusivamente violenza e distruzione, come dimostrato ieri con comportamenti intimidatori che hanno incusso timore. Quest'anno il gesto è ancora più grave. Mi chiedo: dove intendono arrivare con questa pericolosa escalation di violenza?"

La solidarietà della politica

A portare la sua solidarietà è stata subito la deputata Ilaria Cavo, molto sensibile a queste tematiche, che in una nota scrive: "Il muro della bambole, sul lato destro del palazzo di Regione Liguria, è nato nel 2015, quando ero assessore alle pari opportunità, su stimolo dell'associazione Wall of Dolls, con questi obiettivi fondamentali: dare un segnale costante, ogni giorno dell'anno, contro la violenza sulle donne, dare voce alle donne vittime che non l'hanno; esprimere, anche attraverso installazioni d'arte, sostegno e solidarietà alle vittime opponendo l'arte alla violenza. Chi ieri ha imbrattato quel muro, chi ha tolto le bambole, ha commesso violenza e violato ogni più nobile obiettivo. Ha reso le donne vittime due volte. Esprimo la mia più forte vicinanza all'associazione Wall of Dolls cui garantisco un impegno ancor più deciso nel portare avanti, ora a livello parlamentare, ogni iniziativa concordata per vincere insieme questa sfida di civiltà, a dispetto di chi ha dimostrato di non sapere cosa sia il rispetto".

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