GENOVA - Sono 464 i beni confiscati alla mafia in Liguria, il dato emerge a seguito del vertice delle commissioni regionali antimafia, che si è tenuto a Genova nel palazzo del Consiglio regionale in via Fieschi. Soltanto il 30% di questi però, 137, sono stati assegnati ai fini di riutilizzo sociale. Proprio per questo motivo, tra le priorità del coordinamento, nato a luglio 2018, c'è quella di approvare una legge regionale che possa velocizzare e facilitare la procedura di assegnazione, recupero e riutilizzo dei beni sequestrati. Il tempo medio in Italia e in Liguria prima di vedere un bene riqualificato del tutto è generalmente di 10 anni.
"Dal 2014 c'è stato un aumento del 193% dei beni confiscati nella nostra regione, su tutte e quattro le province liguri. Genova la fa da padrona, con il sequestro Canfarotta, è la prima del Nord Italia"
"In totale sono 40 immobili Imperia, 121 a Savona, 247 Genova e 56 alla Spezia. A queste si vanno ad aggiungere 56 aziende: 464 sulle 4907 sequestrate nel Nord Ovest", entra nel dettaglio il presidente della VI commissione antimafia Roberto Centi. "Un conto è il sequestro e la confisca, un altro è la assegnazione: l'iter della proposta di legge si propone proprio di snellire le procedure. In comuni molto grandi come quello di Genova ci sono le risorse per poter intervenire, mentre nei comuni più piccoli o piccolissimi è necessario un supporto ai sindaci". Lo ribadisce anche il consigliere di Cambiamo di Regione Liguria Alessandro Bozzano che sottolinea come "l'onere di questa riqualificazione non deve ricadere sui primi cittadini che non riescono a far fronte a causa dei bilanci comunali, la legalità si impone e se lavoriamo bene sottraendo i beni a chi fa attività illecite dobbiamo poi restituirli alla comunità".
E l'aumento consistente delle confische, +193%, è dato dall'intensificazione delle indagini e la conclusione dei relativi processi, mentre il monitoraggio è notevolmente migliorato. Per questo motivo "servirebbe maggiore personale e maggiori risorse in tutta Italia, a causa delle operazioni sempre più numerose e delle procedure farraginose".
"La mafia in Liguria oggi ha il volto dei colletti bianchi"
"Purtroppo oggi abbiamo sempre più a che fare con una mafia nascosta nei gangli dell'imprenditoria, dell'amministrazione pubblica, talvolta anche della politica. Per fare affari di queste dimensioni - parliamo di miliardi - la mafia si è infiltrata ad alti livelli", allarga l'analisi Centi a Primocanale. Anche per questo motivo, tra le iniziative legislative più importanti c'è l'azione contro il caporalato, ovvero il reclutamento di lavoratori per le organizzazioni mafiose, cosa che non avviene più soltanto nel settore agricolo, ma anche nella logistica, nell'edilizia, nel digitale.
Il Coordinamento punta a realizzare percorsi formativi in tutte le università italiane che dovranno pensare a dei "progetti per approfondimenti il fenomeno mafioso, con l'obbiettivo di fare prevenzione e fornire gli strumenti necessari per contrastare qualsiasi tipo di infiltrazione", spiega il presidente della Commissione speciale Antimafia della Regione Lombardia e vicepresidente del Coordinamento delle commissioni e osservatori regionali sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità Monica Forte. "Ben vengano commissioni regionali come questa che contrastano un problema comune a tutta la penisola".
"C'è ancora tanto da fare anche perché Genova è un porto internazionale importante e per questo rientra nelle mire della criminalità organizzata, specialmente per lo spaccio di stupefacenti"
"Le mafie si modificano grazie alla loro capacità di adattamento ai cambiamenti sociali ed economici e di mimetizzazione. Bisogna coordinarsi con le direzioni distrettuali antimafia che hanno contezza delle famiglie radicate mafiose sul territorio".
E questa è la prima legislatura con una commissione antimafia operativa sul territorio. "La politica ha voluto tenere alta l'attenzione in un momento di difficoltà economica, abbiamo firmato un protocollo di intesa con l'Ufficio scolastico regionale per la cultura della legalità a scuola", commenta il presidente del consiglio regionale Gianmarco Medusei, ricordando l'importanza di queste attività come l'evento al Teatro Carlo Felice con Salvatore Borsellino e Antonino Gullo, l'unico sopravvissuto alla strage di via d'Amelio, con oltre 2 mila studenti presenti. "Colgo l'occasione di ringraziare le forze dell'ordine che svolgono quotidianamente un grande lavoro sul territorio".
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