GENOVA -Quando la Resistenza parte dalla didattica a distanza. Fuggiti in ogni parte d'Europa e del mondo per scappare alle bombe e agli orrori della guerra, molti studenti e docenti delle scuole superiori dell'Ucraina si ritrovano come per magia ogni mattina in dad, la didattica a distanza. Così lontani ma virtualmente vicini, collegati on line per le lezioni. Molte professoresse sono fuggite, tanti professori invece sono ancora in Ucraina, da dove per gli uomini non è facile uscire. Obiettivo della dad dei profughi è concludere l'anno scolastico, per non perdere un anno di scuola e di vita, ma soprattutto per sconfiggere l'arroganza della guerra che ha sospeso tutto.
A rivelare delle lezioni in dad degli studente profughi delle superiori e delle medie è Alice Barbieri, consulente per conto di Orientamenti della regione Liguria, incrociata sul sagrato della chiesa di Santo Stefano, punto di incontro della comunità ucraina a Genova.
A rivelare delle lezioni in dad degli studente profughi delle superiori e delle medie è Alice Barbieri, consulente per conto di Orientamenti della regione Liguria, incrociata sul sagrato della chiesa di Santo Stefano, punto di incontro della comunità ucraina a Genova.
"Nelle scuole della Liguria oggi sono stati iscritti 800 studenti ucraini fuggiti - spiega Barbieri - la dad dei profughi è una scuola durante un momento di guerra e che dunque che ogni tanto s'interrompe per allarmi o per mancanza di elettricità o internet, sicuramente non è una scuola serena, ma è la loro scuola".
"Noi cerchiamo di favorire il doppio binario - dice ancora Alice Barbieri - come suggerito dal Ministero dell'Istruzione: inserimento nella scuola italiana e, ove è possibile, il mantenimento del collegamento con la scuola ucraina. I ragazzi riescono a fare entrambe le cose in modo da integrarsi, imparare la lingua italiana, ma allo stesso tempo, visto che è loro desiderio, mantenere il contatto con la scuola di origine.
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