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A causa del caro bolletta, da qui ai primi sei mesi del 2023 in Italia saranno a rischio circa 120 mila imprese di lavoro del settore terziario e 370 mila posti di lavoro
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di M. C. - Au. B.

GENOVA - "I problemi che abbiamo noi ristoranti arriveranno più avanti anche nelle bollette dei cittadini. Quelle di luglio sono arrivate triplicate, se non quadruplicate, e molti non avevano un listino prezzo aggiornato: sono cifre difficilmente pagabili". Così Marina Porotto, presidente fotografa la difficili situazione in cui molti ristoratori si trovano. Proprio da Confcommercio è nata l'iniziativa 'bollette in vetrina': il sindacato di ristoratori e pubblici esercizi vuole mostrare ai cittadini e agli avventori di bar e ristoranti in quale situazione le imprese sono costrette ad operare oggi e, magari, per giustificare l'aumento dei prezzi che si continua a vedere in quasi tutti gli esercizi della città.

"Serve proprio a sensibilizzare il consumatore, che spesso non vede o fa finta di non vedere, il rincaro al supermercato sul chilo di farina o sul litro di latte perchè tanto lo deve comprare, in ogni caso.

"Al bar è diverso, se mai dovessi mettere il caffè a 1 euro e 30, 40 centesimi, ci sarebbe la rivolta dei consumatori sui social e perderei troppi clienti".

Anche perchè gli aumenti sono spesso costretti, necessari almeno a coprire le spese arrivate a prezzi stellari. A causa del caro bolletta, da qui ai primi sei mesi del 2023 in Italia saranno a rischio circa 120 mila imprese di lavoro del settore terziario e 370 mila posti di lavoro: "Quei piccoli aumenti che saranno da fare nei listini invernali e quelli che già abbiamo fatto dipendono da qualcosa di più grandi di noi. Per noi è aumentato tutto: gas, luce, materie prime. Non vogliamo pesare troppo sul cliente, non possiamo marginare sui nostri dipendenti: ci vuole un intervento del Governo".

I gestori dei pubblici esercizi associati a Fipe-Confcommercio riceveranno una cornice da appendere nei propri locali, per mettere in bella vista le ultime bollette del gas e dell'energia elettrica. 

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Nessuno è esente, dal bar che non possiede la macchinetta del caffè a quello che invece ha una cucina elettrica: i costi variano, ma in tutti i casi si sono duplicati o triplicati. Secondo Porotto, sono poche le opzioni valide per cercare di tagliare le spese in attesa dei ristori del Governo: "Va dal piccolo bar a chi ha più locali sparsi per la città. Probabilmente inizieremo con una riduzione dell'orario, il problema è che la corrente la consumiamo anche da chiusi. Frigoriferi e altro non possono essere staccati. Magari qualcuno farà un giorno di pausa in più. Sicuramente non si può abbassare la qualità perchè i costi sono troppo alti, quindi inizieremo con la riduzione degli orari".

 

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