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di Dario Vassallo

GENOVA - Anche in Liguria, come nel resto dell'Italia e con modalità diverse da provincia a provincia, il trasporto pubblico si è fermato per 8 ore a causa dello sciopero proclamato a livello nazionale da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Fna contro le aggressioni al personale.

Al centro della protesta, per i sindacati, la mancanza di interventi da parte dei datori di lavoro e di specifici provvedimenti legislativi nazionali atti a prevenire e scoraggiare le aggressioni al personale. A Genova il tema della sicurezza è caldo fin dal 2015 quando i sindacati avevano sottoscritto con AMT un accordo presso la Prefettura che forniva un primo elenco di azioni di tutela come ad esempio la chiusura dei posti di guida.

 

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Anche a livello nazionale il tema è sul tappeto da diversi anni: un iter bloccato temporaneamente dalla pandemia, ma con iniziative pratiche già a partire dall'aprile dell'anno scorso. Due sono stati i protocolli sottoscritti nel 2022, rispettivamente con il Ministero dei trasporti e col il Ministero degli Interni, ma c'è ancora molto da ottenere: oltre alla già citata chiusura del posto guida, la videosorveglianza a bordo, l'inasprimento delle pene contro gli aggressori, il Daspo Urbano e altre ancora.

Lo sciopero di oggi serve dunque per riuscire ad ottenere le modifiche di legge che consentano di avere maggiori tutele giuridiche nell'espletamento del proprio lavoro e   portare tutte le aziende italiane di trasporto pubblico a tutelare ed a difendere i propri dipendenti.