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Preoccupa il continuo aumento dei prezzi, che rischia di frenare la crescita
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di Riccardo Olivieri

GENOVA - L'economia Ligure cresce ma l'industria frena. È questo il dato che emerge dal rapporto di Banca d'Italia sulla nostra regione, che mette in luce le difficoltà del reparto industriale dovute all'aumento del costo delle materie prime. "Le imprese sono state resilienti - spiega Daniela Palumbo, responsabile della sede di Genova della Banca d'Italia - perché l'aumento dei costi delle materie prime e dell'energia ha compresso i margini ma le attese di redditività sono rimaste positive. Non si può non tener conto del fatto che l'incremento dei costi della produzione e l'aumento dei tassi di interesse legati alle politiche monetarie potranno impattare sulle condizioni economico finanziarie soprattutto delle piccole imprese".

La produzione dell’industria in senso stretto ha rallentato, segnando un incremento marginale in termini di ore lavorate, mentre il fatturato, sostenuto anche dalla dinamica dei prezzi, è salito in misura più ampia: oltre il 60 per cento delle aziende ne ha registrato una crescita rispetto allo stesso periodo del 2021, una quota di tre volte superiore a quella delle imprese che hanno segnalato una diminuzione.

I settori più forti sono stati quello del turismo, cresciuto del 38,9% anche grazie al miglioramento della situazione sanitaria, e quello immobiliare, con ricadute positive sulle famiglie che però stanno incontrando difficoltà per l'aumento del costo della vita: "Abbiamo assistito ad un miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro - dichiara Palumbo -, è aumentata l'occupazione, ed è aumentato anche il valore delle abitazioni, che costituiscono una grossa fetta della ricchezza totale delle famiglie. L'aumento dei prezzi, che sta incidendo su componenti importanti soprattutto nei bilanci delle famiglie, mette in difficoltà le fasce più deboli".

Per questo la Banca Centrale Europea ha chiesto ai governi di varare misure a sostegno delle famiglie, in particolare delle fasce più deboli, nel tentativo di limitare i danni prodotti dalla crisi. I numeri dell'occupazione sono positivo, con un aumento del 4,3%, ma preoccupa l'aumento dell'inflazione, che limita il potere d'acquisto delle famiglie e può quindi disincentivare le spese in molti settori, in particolare quello turistico, che produrrebbe un forte rallentamento dell'economia della nostra regione.

 

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