Sanità

Rieletto presidente dell'associazione andrologi italiani nel VI congresso a Genova
3 minuti e 20 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

Una accademia di andrologia dove si possa fare scuola di formazione per medici già specialisti in urologia, ginecologia ed endocrinologia che abbiano voglia e interesse per le scienze andrologiche, sia dal punto di vista sessuale e riproduttivo sia dal punto di vista medico e chirurgico. E' questa la proposta lanciata dal VI congresso dell’associazione andrologi italiani che si è svolto a Genova e che ha visto la rielezione del dottor Aldo Franco De Rose a presidente dell'associazione andrologi italiani.

"Abbiamo deciso di iniziare a far ripartire un progetto che avevamo intrapreso subito prima del Covid, che poi si è arenato, per il Covid stesso - spiega a Primocanale De Rose - vorremmo riuscire a costituire un'accademia dell'andrologia. L'andrologo deve essere uno specialista, soprattutto urologo, a volte anche ginecologo oppure endocrinologo per le proprie funzioni, che abbia però la capacità di saper innanzitutto comprendere il paziente, perché quando uno parla delle proprie problematiche sessuali, non è una cosa facile, però il bello di oggi rispetto al passato è che questo problema non è più un tabù".

Deficit di erezione gravi

"Quello che abbiamo discusso è stato qualcosa di molto particolare, cioè come curare i casi di deficit di erezione che non rispondono alle comuni terapie, cioè ai farmaci che attualmente sono in commercio e che tutti i medici possono prescrivere, a cominciare dal Viagra, Cialis eccetera, eccetera. Il problema per noi è dare una soluzione, quando ci sono quei casi che non rispondono né alle compresse né alle punture intracavernose, per cui le persone si devono rivolgere a un trattamento un po' particolare che sono le protesi peniene".

Gambe di donna e uomo sotto lenzuolo in lettoAlla Montallegro De Rose in 3 anni ha fatto una ventina di interventi di protesi peniene

Chi sono i candidati per le protesi peniene

"Sono dei presidi molto validi per trattare questo disturbo, per esempio penso alle persone giovane che vengono sottoposte a prostatectomia radicale, quasi sempre hanno disturbi dell'erezione e in questi casi nulla può la compressa o la puntura intracavernosa qualche minuto prima del rapporto sessuale. Penso a tutte quelle persone diabetiche che hanno sviluppato una vasculopatia, una neuropatia, per cui non è possibile avere una risposta ai farmaci tradizionali. Più importante anche sono quei soggetti che hanno dei traumi, incidenti stradali o traumi sul lavoro di altra natura, per cui per la rottura delle arterie e dei nervi erigenti queste persone non possono avere una vita sessuale se non impiantando le protesi peniene".

"Sono casi non frequenti ma sono abbastanza presenti le richieste che ci vengono fatte, queste patologie sono in parte in aumento perché se pensiamo che in Italia ogni anno per esempio, secondo gli ultimi dati Agenas, vengono praticate 21.000 prostatectomie radicali, di questi circa il 25-30% fa richiesta di avere una vita sessuale normale. In base alle richieste che vengono fatte, soltanto un 11% massimo riesce ad avere soddisfatta questa richiesta. Un po' perché sono presidi questi qui che ahimè non sono inseriti nei Lea, cioè nei livelli di assistenza essenziale, per cui cosa succede che le Asl, quando si fa richiesta all'interno di un ospedale dove il paziente è stato operato di prostatectomia radicale, non può soddisfare questa richiesta perché il DRG attualmente disponibile vale 3.000 euro e qualcosa, mentre tutto l'intervento costerebbe intorno a 16.000 euro. Quindi c'è un fattore delta di circa 13.000 euro".

In Liguria 20 protesi peniene in 3 anni nel privato

"In Liguria l'anno scorso e anche gli anni precedenti non è stata impiantata una protesi peniena per contro alla clinica Montallegro io ho impiantato a oggi, nel giro di tre anni, circa 20 impianti di protesi peniene, quindi vuol dire che la richiesta c'è, le persone vogliono continuare ad avere una vita sessuale soddisfacente e mi rendo conto che molte volte non tutti possono riuscire a sostenere una spesa importante perché lei pensi che solo la protesi costa circa 8.500 euro".

Nel maggio 2023, proprio in Montallegro, De Rose ha eseguito per la prima volta al mondo l’impianto di una protesi peniena tricomponente in anestesia locale.

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