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Presentato il volume "Punto e a capo. Storia ed evoluzione di mafia e antimafia in Liguria" di Libera e di Università di Genova nell'aula Cabella di via Balbi 5
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di Silvia Isola

GENOVA - Un volume per raccontare la storia della mafia in Liguria e della lotta dell'antimafia, di come negli ultimi 70 anni si sia trasfigurata, attraverso una puntuale ricostruzione di Marco Antonelli e Stefano Busi, coordinatore di Libera in Liguria: "Punto e a capo. Storia ed evoluzione di mafia e antimafia in Liguria". Il libro, edito dalla Genova University Press, è stato presentato al pubblico nell'aula Cabella di via Balbi 5 in un dialogo a cui hanno preso parte Michele Di Lecce, già Procuratore Capo della Repubblica di Genova, e Sandro Sandulli, già Capocentro DIA Genova. 

"L'intento di questo libro è quello di provare a mettere un punto e andare avanti, dopo aver ricostruito 70 anni di storia di presenza mafiosa nel territorio: per tanti anni la presenza in Liguria è stata in discussione, oggi non è più così", spiega a Primocanale l'autore del libro Busi. "12 anni fa partiva da Genova una mobilitazione civile e istituzionale d'esempio per il paese, ma le mafie esistono ancora purtroppo".

"Speriamo che possa scaturire da questo libro una nuova fase di impegno civile e istituzionale"

 Orientamenti ricorda Falcone e Borsellino, Grasso: "La mafia è pericolosa perché invisibile" - L'INTERVISTA

E non è facile perché per le nuove generazioni "la mafia è storia". Stragi come via d'Amelio o Capaci, accadute 30 anni fa, non fanno parte del loro immaginario, perché quegli anni di sangue e di prime pagine dei giornali sembrano lontani. Ma è proprio con libri come questo che si vuol far risvegliare la memoria e "stimolare l'attenzione: è vivo il problema, è più difficile farlo capire in un contesto in cui le armi si sentono fortunatamente di meno", sottolinea Stefano Busi.

"Quella non è solo la storia del nostro paese, ma è anche la cronaca del nostro paese"

A introdurre la presentazione Fabrizio Benente, prorettore alla terza missione dell'Università di Genova, ovvero divulgazione, public engagement e impatto sociale, felice per la bella iniziativa: "Vogliamo richiamare l'attenzione della comunità universitaria su questi temi, è un nostro obbligo farlo ed è importante promuovere incontri in università diretti a tutta la cittadinanza".

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