GENOVA - Il numeri della raccolta differenziata del vetro a Genova sono tra i più bassi in Italia: nel capoluogo si riciclano appena 27 chili di vetro all'anno pro capite, mentre la nazionale è di 38 chili. Per invertire questa tendenza Amiu, in collaborazione con Coreve, Revetro e la Camera di Commercio, ha dato il via alla campagna di sensibilizzazione "Vetro da riciclare, Genova da conservare", costata 100mila euro. Nelle 2.200 campane e nei 4.200 bidoni del vetro presenti sul territorio i genovesi hanno conferito 15.375 tonnellate ma "abbiamo ancora 5-6mila tonnellate di vetro nell'indifferenziata e questo è uno spreco insopportabile - dichiara Giovanni Battista Raggi, presidente Amiu Genova -. Il vetro è un materiale che possiamo recuperare in via indefinita, senza un limite di cicli di recupero e buttarlo in una discarica, anche se si tratta di un inerte quindi di per sé non va ad inquinare ma rimane inutilizzato per l'eternità, mentre la parte nobile del silicio in esso contenuta potrebbe essere riutilizzata all'infinito". Eliminando questo spreco e conferendo tutto il vetro nella raccolta si potrebbe raggiungere l'obiettivo di riciclare 20mila tonnellate all'anno, tra i 35 e i 40 chili a testa, dato che porterebbe Genova nella media nazionale. Ogni tonnellata di vetro in discarica costa 178 euro: il prezzo della mancata raccolta differenziata a Genova si aggira quindi attorno agli 890mila euro.
Nonostante le carenze di Genova la Liguria è invece una delle regioni più virtuose nel riciclo del vetro perché "raccogliamo qui, trattiamo qui e va tutto nel sistema vetrerario del savonese, quindi è un caso dove primeggiamo in Italia e nel mondo" dice il presidente della Camera di Commercio di Genova Luigi Attanasio, ma per migliorare è necessario non commettere errori evitabili. Nei raccoglitori del vetro non vanno assolutamente gettati altri materiali come la ceramica o i tappi delle bottiglie ma ci sono anche dei cosiddetti falsi amici come "i vetri che contengono il boro silicato (i flaconi delle medicine e le fiale) - spiega Luigi Orlando amministratore delegato di Revetro -, oppure le lampadine al cui interno ci sono dei fili di tungsteno che danno fastidio al processo fusorio, i piatti delle cucine tipo pyrex perché non possono fondere e poi i bicchieri di cristallo o comunque i manufatti di cristallo" perché contengono componenti di piombo che danno fastidio al processo fusorio: sciogliendosi il piombo va in fondo ai forni delle vetrerie e li buca. La presenza di questi materiali fa sì che i numeri della raccolta differenziata del vetro spesso non coincidano con quelli del riciclo.
Ma se a Genova si raccoglie poco almeno si raccoglie bene: "Le analisi del Consorzio Nazionale collocano il vetro in arrivo da Genova sempre in fascia A o B, quelle con meno impurità" spiega ancora Orlando, segno che i cittadini del capoluogo prestano molta attenzione ad una corretta separazione dei materiali.
IL COMMENTO
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