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Il progetto si chiama "Eyes on plastic" ed è stato presentato questa mattina all'Ocean Live Park
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di Redazione

GENOVA - Un progetto pilota per l'applicazione delle tecnologie aerospaziali alle attività di monitoraggio e individuazione di cumuli di plastica sul territorio e nel mare, per dare un futuro di benessere e sostenibilità all'ecosistema marino, a tutto l'ambiente e all'umanità.

Presentato oggi all'Ocean Live Park, nel quadro di The Ocean Race - Genova The Grand Finale, "Eyes on Plastic", l'ambizioso progetto che vede Genova come città pilota a livello internazionale, al quale stanno lavorando Esa (Agenzia Spaziale Europea), Enel e Comune di Genova attraverso un Protocollo d'intesa che mira alla messa a terra di una progettualità inserita nel solco dei grandi programmi europei e globali di contrasto e raccolta di plastiche abbandonate nel mare e nell'ambiente.

Al convegno hanno partecipato l'assessore comunale al Porto Francesco Maresca, il parlamentare europeo Marco Campomenosi, il direttore marittimo della Liguria ammiraglio Sergio Liardo, l'Head of Electrification di Enel Sonia Sandei e Davide Coppola, Head of Space Applications Initiatives di Esa.

"Genova è in prima linea a livello internazionale per l'abbattimento delle plastiche e microplastiche nel mare e su terra - ha detto l'assessore al Porto del Comune di Genova Francesco Maresca - Con il progetto "Eyes on Plastic", basato sul Protocollo d'intesa che abbiamo sottoscritto con Agenzia Spaziale Europea ed Enel, la nostra città conferma e rilancia l'impegno che ha assunto con l'Unione Europea, in collaborazione con altre importantissime realtà del territorio quali Marina Militare, Capitaneria di Porto e numerose imprese, per far diventare Genova, capitale del mare, anche capitale della sostenibilità ambientale. Ocean Race - conclude Maresca - è un grandissimo evento sportivo che coniuga alla parte agonistica uno straordinario impegno di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulla protezione del mare e dell'ambiente".

Dopo una prima sessione di confronto tra Campomenosi, Liardo e Maresca sull'impegno sinergico tra Unione Europea, Capitaneria di Porto e Comune di Genova per l'implementazione di azioni e programmi, anche di sensibilizzazione, per l'abbattimento della presenza di plastiche e microplastiche nelle acque marine e dei fiumi, il convegno è entrato nel vivo con il panel specifico sul progetto "Eyes on Plastic" dove Sandei e Coppola hanno sottolineato l'importanza del gioco di squadra tra soggetti pubblici e privati non solo per il contrasto alla dispersione di plastica nell'ambiente, ma per attuare una strategia complessiva di decarbonizzazione delle attività umane, a partire dalla cosiddetta Green Logistics.

Coppola, in particolare, dopo una breve introduzione sulle opportunità legate alla transizione digitale ed ecologica, ha spiegato il contributo che innovazione e ricerca aerospaziale possono dare per realizzare una transizione "giusta". L'idea di "Eyes on Plastic" nasce nel 2020 per fare un tracking della plastica nell'ottica di recuperarla e inserirla in un indotto economico. La scelta di Esa è ricaduta su Genova per il reciproco interesse che i due soggetti danno alle tematiche ambientali e all'utilizzo di nuove soluzioni applicative per aumentare la sostenibilità del sistema.

Il progetto pilota "Eyes on Plastic", partendo da Genova, mira all'implementazione di soluzioni ad alta tecnologia per l'individuazione di cumuli di plastiche che giacciono in mare e nelle aree golenali dei corsi d'acqua. Soluzioni Green che, appositamente incrociate con le immagini registrate dalle telecamere gestite dal Comune di Genova con finalità di sicurezza e Protezione Civile, consentiranno di sviluppare flussi di dati dall'analisi dei quali sarà possibile geolocalizzare i cumuli di rifiuti plastici. In particolare, si lavorerà alla realizzazione di una web application con la quale sarà possibile fare la propria segnalazione, contribuendo così alla risoluzione del problema grazie anche alla preziosa collaborazione di altri attori territoriali e del mare quali pescatori e cooperative sociali.

Il progetto "Eyes on Plastic" non prevede soltanto la raccolta delle plastiche abbandonate nell'ambiente, ma anche la loro immissione in un processo industriale di recupero e valorizzazione delle risorse, nell'ottica di coniugare alla dimensione di tutela ambientale anche quella, altrettanto significativa, di sviluppo economico.

Quindi il convegno ha dato spazio a Stefan Raimund, Scientific Officer di Ocean Race, che ha raccontato come le navi in gara siano dei veri e propri laboratori itineranti di ricerca e monitoraggio della qualità dell'acqua marina, individuando la presenza di sostanze inquinanti e microplastiche. In particolare, con un modernissimo sistema di pompe montate a bordo, l'acqua raccolta viene filtrata più volte e inserita in piccoli contenitori che saranno inviati a Southampton, in Inghilterra, per analizzare il quantitativo di microplastiche presenti nelle acque di tutto il mondo attraversate da Ocean Race. Dalle prime analisi emerge che rispetto alla scorsa edizione della regata, in alcune porzioni di oceano il quantitativo di microplastiche risulta aumentato dalle 10 alle 80 volte, a testimonianza della preoccupante gravità del problema.

Il convegno è proseguito con le relazioni dell'ufficio SIT del Comune di Genova e di Stefan Mühlbauer, Product and Project Manager di EOMAP, che hanno spiegato tecnicamente la natura e le modalità di funzionamento del progetto "Eyes on Plastic", raccontando tra le altre cose il ruolo strategico dell'intelligenza artificiale e dei dati, satellitari e provenienti dalle telecamere cittadine, nel prevenire l'immissione in mare dei rifiuti plastici. Infatti, si stima che l'80% delle plastiche presenti in mare provenga dai fiumi. Decisivo, tuttavia, anche l'apporto che nel quadro di questo progetto potrà essere fornito dai singoli cittadini attraverso l'impiego attivo dei propri dispositivi mobili.

Il convegno si è concluso con la presentazione, a cura di Loredana Trestin, Art Manager di Divulgarti, di "Ocean Gyre", l'opera d'arte del wildlife artist Raoul Orvieto che, attraverso la cultura, mira a far riflettere grandi e piccoli sulla purezza degli organismi marini e sui danni che l'uomo può provocare alla loro esistenza. In particolare, l'opera mostra tre razze costituite al loro interno da un ingente quantitativo di plastiche che sono letali per tutti i macro e micro organismi marini.