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Il primo lotto, del valore di 2 milioni e 482mila euro, riguarda la riqualificazione dell’involucro esterno del caseggiato, delle parti comuni e il rifacimento dell’impiantistica condominiale
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di G.F.

GENOVA - È stato pubblicato il bando di gara per l’affidamento dei lavori di recupero e riqualificazione energetica dei 37 alloggi del quartiere di Begato che facevano parte dell’ex diga Bianca, demolita in larga parte, in via Cechov 11 a Genova. Il bando scadrà l’8 agosto prossimo. Diventa operativa la fase 3 del grande progetto di riqualificazione del quartiere Diamante di Begato: con questo intervento, del valore complessivo di 4milioni e 420mila euro, suddiviso in due lotti per due anni complessivi di lavori, verranno realizzati 55 alloggi ad alta efficienza energetica.

Il primo lotto, del valore di 2 milioni e 482mila euro, riguarda la riqualificazione dell’involucro esterno del caseggiato, delle parti comuni e il rifacimento dell’impiantistica condominiale. Oltre a questo, verrà realizzata la predisposizione per la posa della centrale termica, dei pannelli fotovoltaici e delle mini pale eoliche, e quella dei serramenti esterni. La durata prevista dei lavori è di 14 mesi. Il secondo lotto, della durata prevista di 10 mesi, ha un valore di 1 milione e 938mila euro e riguarderà la riqualificazione degli alloggi (che da 37 diventeranno 55), la realizzazione dei 2 ascensori condominiali di ultima generazione con contenuti consumi energetici, l’installazione della centrale termica e dei sistemi di produzione di energia rinnovabile.

"Con questo passaggio fondamentale diamo ulteriore concretezza al progetto di recupero e rigenerazione del quartiere di Begato – commenta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – I lavori trasformeranno i 37 alloggi non demoliti della diga Bianca in 55 alloggi ad alta efficienza energetica, di cui 8 adeguati per le esigenze dei diversamente abili. La demolizione delle Dighe di Begato è stata un’operazione coraggiosa e ambiziosa: il recupero di questi alloggi si integra in un più ampio progetto che darà nuova vita a questo quartiere, e offrirà servizi e alloggi di qualità, concretizzando un intervento dall’elevato valore urbanistico, sociale e ambientale in un’area troppo a lungo degradata".

La fase 3 del progetto Restart Begato comprende infatti, oltre alla rigenerazione dei 37 alloggi dell’ex diga bianca, la costruzione di tre nuove palazzine ad alta efficienza energetica, per un totale di 60 nuovi appartamenti di cui 20 di edilizia residenziale sociale e 40 di edilizia residenziale pubblica che avranno una superficie media di 60 mq. È prevista la ristrutturazione della Casetta Ambientale, luogo di aggregazione sociale, e la creazione di un percorso nel verde. Verrà realizzata un’area di sosta panoramica ed un teatro all’aperto sul basamento della vecchia “Diga Rossa” ed una nuova Casa della Cultura. Le associazioni del quartiere avranno a disposizione un centro dedicato di nuova costruzione. Verrà realizzata una nuova piazza ed una nuova Stazione dei Carabinieri. Su questa progetto è prevista a breve la chiusura della conferenza dei servizi, poi si procederà alla gara. I lavori di ricostruzione richiedono un investimento di 15 milioni di euro e verranno finanziati da Regione Liguria tramite il PINQUA – Programma innovativo nazionale sulla qualità dell’abitare.

La fase 1 ha visto il suo avvio nel 2019 con l’attività dal “laboratorio d’ascolto” che ha accompagnato i nuclei familiari i cui alloggi sarebbero stato demoliti nella scelta, non facile, di individuare una nuova abitazione. Contemporaneamente sono stati recuperati 630 alloggi sfitti in diverse zone di Genova, con un investimento di circa 12,7 milioni di euro, di cui oltre 4,5 milioni stanziati da Regione Liguria, proprio per permettere la ricollocazione delle famiglie di Begato e un contestuale recupero del patrimonio abitativo pubblico. Da luglio 2019 a maggio 2020 è stato possibile far trasferire 374 nuclei familiari, per un totale di 776 persone, in appartamenti rinnovati in diverse zone della città, secondo un principio innovativo di Edilizia residenziale pubblica diffusa. La fase 2 ha visto la demolizione delle “Dighe”, pari a un volume di 175mila metri cubi.

"Il recupero di Begato è una della più importanti operazioni di rigenerazione urbana e recupero a livello nazionale – commenta l’assessore all’Urbanistica Marco Scajola -, ma Regione Liguria sta operando su tutto il territorio regionale per dare ai cittadini un’offerta di elevata qualità, recuperando circa 500 alloggi mediante lo stanziamento di 11 milioni di euro dal Fondo strategico per interventi di rigenerazione, recupero e riqualificazione degli alloggi Erp della Liguria. Sono molti i progetti avviati in questi anni, con un tratto comune: oltre ad avviare ampi piani di rigenerazione urbana, l’obiettivo è quello di invertire la tendenza dominante nei decenni passati ed evitare di concentrare gli alloggi Erp in zone periferiche prive di servizi, integrandoli invece nel tessuto dei diversi quartieri delle città, realizzando una edilizia residenziale pubblica diffusa".

"Un altro tassello importante nel percorso di profonda rigenerazione e rivitalizzazione di un quartiere a cui la nostra amministrazione, in forte sinergia con Regione Liguria, vuole restituire quella dignità che i suoi residenti meritano – commenta il vicesindaco e assessore alle Politiche della Casa Pietro Piciocchi - L’operazione sulle Dighe è senza dubbio uno degli interventi di cui siamo più orgogliosi perché sta trasformando quello che per troppi anni è stato un quartiere dormitorio, simbolo di degrado e abbandono, in una grande sfida vinta per la città, un modello a livello internazionale. Ricordo, inoltre, che l’attenzione su Begato non si esaurisce sulle dighe, ma abbraccia l’intero quartiere Diamante interessato da una grande rivoluzione: abbiamo saputo intercettare lo strumento del 100% per l’efficientamento energetico, una misura con cui abbiamo potuto non solo rendere decine di alloggi in linea con i più elevati standard ambientali, ma che ci ha consentito anche il progressivo recupero di immobili sfitti per dare una risposta al fabbisogno abitativo".

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