GENOVA - Si accende una nuova luce nei vicoli di Genova, quella della biciofficina Boom che nasce in un bene confiscato alla criminalità organizzata. "È stato chiuso per tanto tempo, lo abbiamo ristrutturato in partenariato con il comune - racconta Roberto Murgia, coordinatore della biciofficina -. L'apertura di questo spazio garantisce un luogo di prossimità, una nuova luce accesa in una via particolarmente buia". In passato il bene di vico della Rosa 18r veniva utilizzato dalla famiglia Canfarotta come magazzino per smaltire gli scarti dei cantieri.
La biciofficina darà a chi lo vorrà la possibilità di autoripararsi la bicicletta mettendo gratuitamente a disposizione l'attrezzatura, non i pezzi di ricambio. "Se uno deve cambiare la camera d'aria può arrivare qui con la camera d'aria nuova e noi lo aiutiamo a cambiarla" spiega Murgia. L'attività è gratuita grazie al sostegno della cooperativa In Laboratorio, a cui si aggiungono quello del Comune attraverso il Piano Caruggi, della Compagnia di San Paolo e l'8x1000 alla chiesa Valdese .
Una delle novità di Boom riguarda l'utilizzo delle cargo bike, laboratori mobili per realizzare interventi anche al di fuori della biciofficina attorno "al sestiere della Maddalena e in giro per la città" racconta Murgia, pensati soprattutto per dare sostegno ai rider "girando per le postazioni dove si fermano mentre aspettano le ordinazioni nel caso avessero bisogno di riparazioni, è un progetto che nasce soprattutto per dare una mano ai più fragili".
Tra gli obiettivi c'è anche quello di promuovere la mobilità sostenibile "e per farlo bisogna farsi vedere - spiega Murgia -. Le cargo bike sono un tipo di bicicletta che a Genova e in Italia non sono molto diffuse, quindi diventa un modo per farsi notare e per farsi fare delle domande. L'idea è quella di poter avere il trasporto all'interno dei caruggi con più cargo bike possibile, uno strumento agile e snello che consente di trasportare molte cose, dalla spesa a piccoli traslochi".
IL COMMENTO
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