Attualità

Il ministro ha spiegato anche che "nelle prossime settimane i commissari straordinari dell'ex Ilva dovranno presentare un piano industriale convincente, che dimostri come il prestito ponte da 320 milioni di euro potrà essere restituito nei tempi previsti"
7 minuti e 47 secondi di lettura
di Andrea Popolano

GENOVA - Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha visitato lo stabilimento di Genova Cornigliano insieme al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, al sindaco di Genova Marco Bucci e al commissario straordinario Giancarlo Quaranta.

"Ieri a Bruxelles ho parlato con il commissario Breton per quanto riguarda le procedure che dobbiamo realizzare con la Commissione europea per far autorizzare il prestito ponte per l'ex Ilva, utilizzando le risorse indirizzate con il decreto legge che nei prossimi giorni sarà convertito dal parlamento" ha detto il ministro Urso a margine della cabina di regia sull'internazionalizzazione al ministero. Per l'autorizzazione europea al prestito ponte - ha proseguito Urso - dobbiamo necessariamente definire (lo devono fare i nuovi commissari) un piano industriale che dimostri che il prestito possa essere restituito in un tempo congruo. Ed è quello su cui i commissari stanno lavorando in questi giorni, su nostra indicazione. Ci sono già cinque significative società mondiali - ha ribadito Urso - che hanno presentato al ministero la loro intenzione di partecipare alla procedura pubblica. Qualunque investitore entrerà verrà applicata la norma del golden power, la procedura per cui il governo può porre dei divieti o prescrizioni per garantire il livello produttivo e gli investimenti".

Urso ha spiegato anche che "nelle prossime settimane i commissari straordinari dell'ex Ilva dovranno presentare un piano industriale convincente, che dimostri come il prestito ponte da 320 milioni di euro potrà essere restituito nei tempi previsti. È una garanzia per i lavoratori del rilancio produttivo dell'azienda. Nel contempo dobbiamo preparare le condizioni per la nuova procedura pubblica per l'assegnazione degli impianti". É questa la scadenza indicata dal ministro al termine di una visita allo stabilimento siderurgico. Quando sarà il momento utilizzeremo lo strumento della golden power per definire il perimetro dell'investimento e le condizioni che lo Stato pone a coloro che vedranno assegnati, me lo auguro, gli stabilimenti dell'ex Ilva così importanti per la siderurgia italiana ed europea. La golden power protegge il sistema produttivo del nostro Paese, il suo perimetro si è molto allargato certamente alla siderurgia, noi vogliamo utilizzarla con saggezza, non per dire 'no', non per vietare un investimento, ma per creare le condizioni dell'investimento e prescrivere le condizioni fondamentali che lo Stato pone" spiega Urso.

Intanto le imprese associate a Confartigianato Trasporti, Fai Conftrasporto, Sna Casartigiani, Anita (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici), Cna, Fita Trasporti e Fisi (Federazione Italiana Spedizionieri Industriali) confermano il blocco delle prestazioni negli stabilimenti di proprietà di Acciaierie d'Italia di Genova così come di Taranto, Novi Ligure, Genova, Racconigi e Marghera. Confartigianato Trasporti, Fai Conftrasporto, Sna Casartigiani, Anita, Cna, Fita Trasporti e Fisi manifestano preoccupazione "per la difficoltà in cui versano le aziende dell'autotrasporto, soprattutto nello stabilimento tarantino, e per cui temono eventuali azioni di protesta del tutto incontrollate". Le associazioni ribadiscono che le imprese associate "proseguiranno le proprie attività solo in presenza di un accordo collettivo, stipulato tra i vertici aziendali e le sigle sindacali, che regoli una volta per tutte il settore dell'autotrasporto".

"Abbiamo chiesto al ministro Urso e alla struttura commissariale di Acciaierie d’Italia in AS, le garanzie necessarie per gestire questa nuova fase di amministrazione straordinaria, che arriva dopo anni di gestione scellerata della nostra siderurgia da parte di Mittal che ha ridotto al minimo gli stabilimenti da tutti i punti di vista, partendo dagli investimenti, alla produzione e alla sicurezza degli impianti.
Abbiamo colto in maniera positiva le modalità con cui saranno gestite le ferie che non andranno nella seconda insinuazione al passivo in pochi anni.
Basta far pagare ai lavoratori le inefficienze di chi ha gestito l’azienda e da qui bisogna partire. Ci vogliono relazioni industriali serie e bisogna partire dalle manutenzioni ordinarie e straordinarie assenti da anni in modo da mettere in sicurezza gli impianti e rendere efficiente la produzione che deve aumentare in tempi brevi e ridurre la cassa che deve essere utilizzata solo nelle necessità reali e non strumentalmente al posto delle ferie e per mancanza dei materiali non ordinati, spiegano il segretario generale Cisl Liguria Luca Maestripieri, il segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Alò e il segretario generale Fim Cisl Liguria Christian Venzano. "Consideriamo dei punti importanti da parte del Ministro che è quello della liquidità di 320 milioni che arriveranno come prestito europeo, insieme a 150 milioni da parte del Governo per le manutenzioni sugli impianti e la risposta dei fornitori che anticiperanno le materie prime, così come i clienti che anticipano il pagamento delle fatture con un segnale netto che credono alla ripartenza dell’ex Ilva. Questo si lega con azioni che farà il nostro Governo e l’Europa per rendere strategica la produzione di acciaio. Nei prossimi mesi sarà definito il piano nazionale della siderurgia ed entro Giugno sul fabbisogno nazionale e europeo dell’acciaio. E in Europa partirà il piano europeo che definisce l’economia industriale europea per l’indipendenza su settori strategici come l’acciaio. C’è stato garantito che la siderurgia italiana è coperta da Golden Power per avere garanzie di investimenti, produzione, occupazione e ambiente”, concludono i sindacalisti.

"Abbiamo apprezzato l'approccio industriale del ministro e misureremo nella pratica le scelte industriali su Genova. Ci sono tre ordini di priorità: la riduzione della cassa integrazione. La risoluzione delle problematiche legate al mal funzionamento delle linee di produzione e la manutenzione con particolare riferimento alla sicurezza. Prospettive sul piano industriale con il raddoppio del ciclo della latta che deve diventare ancora più strategico" spiegano Stefano Bonazzi segretario generale Fiom Cgil Genova, Armando Palombo rsu Fiom Cgil, Igor Magni segretario generale Camera del Lavoro di Genova. "E' necessario far ripartire gli stabilimenti - ha aggiunto Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom Cgil -. Serve la liquidità, attendiamo che i commissari ci dicano quando potranno essere previsti gli interventi per la messa in funzione degli impianti e degli stabilimenti".

"Anche nel sito ligure è necessario verificare, quanto prima, lo stato effettivo degli impianti ed il loro fabbisogno manutentivo per intervenire e rimetterli in efficienza, per essere pronti per quando ci sarà la risalita produttiva a Taranto. Per quanto riguarda le aree disponibili nell’ex Ilva, auspichiamo che, se e quando si aprirà una discussione di merito, si possa mantenerne la vocazione industriale. Prima di immaginare qualsiasi prospettiva, riteniamo che rappresenti la priorità assicurare in brevissimo tempo tutte le risorse economiche necessarie per garantire la continuità produttiva ed il successivo rilancio industriale” dichiara Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm.

L'obiettivo è chiudere la partita entro il 2024: in corsa ci sarebbero già alcune realtà note come Jindal, Arvedi e Vulcan. "Per l'Ilva ci sono cinque multinazionali interessate" ha dichiarato Urso ma, avvisa il ministro, "qualunque investitore entrerà verrà applicata la norma del golden power, la procedura per cui il governo può porre dei divieti o prescrizioni per garantire il livello produttivo e gli investimenti". Secondo le stime serve nell'immediato un miliardo e mezzo per evitare di spegnere completamente Taranto e di conseguenza Genova. Proprio a Cornigliano i lavoratori continuano a denunciare i problemi di sicurezza dell'impianto e il loro sottoutilizzo con delle peculiarità che hanno sì mercato ma che attualmente si trovano bloccate dalla situazione dall'assenza di un piano industriale di rilancio. Il tutto coinvolge le linee di produzione della latta, della banda stagnata e della banda cromata che rappresentano delle peculiarità per Genova. A Genova sono mille i lavoratori di Acciaierie d’Italia a cui si aggiungono i circa 230 di Ilva in amministrazione straordinaria ormai da anni che aspettano di conoscere il loro futuro.

Sempre in questo venerdì da parte dei lavoratori di Acciaierie d'Italia si svolge un'assemblea retribuita davanti alla portineria. Nessuna protesta però come ipotizzato nei giorni precedenti. Nel corso della riunione tra i commissari della nuova società e le segreterie nazionali dei sindacati è stato infatti comunicato dai rappresentanti dell'azienda che le ferie non godute prima dell'amministrazione straordinaria saranno presenti nei contatori della nuova busta paga "quindi ci portiamo nella nuova società tutte le ferie maturati in quanto è stato spiegato che non sono crediti monetari" spiegano le rsu. Questo permette dunque di far rientrare lo stato di agitazione.

Le rsu di Acciaierie d'Italia considerano "positive le comunicazioni dei commissari ed attendiamo incontri tecnici con la direzione e l'ufficio del personale. Vogliamo sottolineare come i rappresentanti sindacali unitari (rsu) in questa circostanza a Genova abbiano lavorato unitariamente, indipendentemente dalla sigla sindacale, nel porre il problema e aprire lo stato di agitazione pronti ad una dura mobilitazione per risolvere questa grande ingiustizia.  Come abbiamo sempre denunciato permangono altresì i problemi segnalati sugli impianti che rimangono sottoutilizzati, sui lavoratori che sono gestiti con un utilizzo della cassaintegrazione scorretto. Troppa cassaintegrazione in uno stabilimento che ha bisogno di tanta manutenzione! Troppa cassaintegrazione distribuita e gestita con il solo scopo di saturare i numeri!".

E ancora: "Il 18 marzo scadrà la cassaintegrazione e sappiamo che sarà "prorogata d'ufficio", ma noi come rsu, in maniera unitaria pretendiamo chiarimenti sui futuri numeri e sulla futura gestione. Con lo stesso spirito rivendichiamo immediatamente un piano industriale che metta mano ai troppi anni di abbandono della precedente gestione. I delegati sindacali genovesi uniti chiedono con fermezza questi chiarimenti ai commissari ed al governo con la consapevolezza di aver portato un importante contributo alla soluzione positiva di una ingiustizia. Diamo fiducia a quanto comunicato dai commissari con la consapevolezza che Genova sarà sempre in prima fila nel combattere ogni ingiustizia, sia oggi che domani" concludono le rsu nella nota.