GENOVA - Scoprire la bellezza della vita nonostante le difficoltà e continuare a camminare insieme anche con le istituzioni per cercare di andare alla radice dei problemi per evitare 'tapulli' che danno soluzioni solo nell'immediato ma non risolvono i problemi a cui bisogna dare una risposta come povertà in aumento o disoccupazione ma non solo. L'invito a stare più vicini alle persone, alle loro difficoltà ma anche ai loro sogni per trovare davvero insieme ciò che ci può aiutare a vivere una vita bella, perché questo è il sogno di Dio. E l'augurio che il Signore dia sempre di più alla nostra Chiesa uno sguardo universale che Genova ha sempre avuto nella sua storia. Sono queste in sintesi le riflessioni che l'arcivescovo di Genova monsignor Marco Tasca ha fatto a Primocanale in occasione della Pasqua.
Insieme a monsignor Marco Tasca, arcivescovo di Genova cerchiamo di riflettere sulla Pasqua che è simbolo di resurrezione, di speranza e il mondo, anche quello più vicino a noi, ha tanto bisogno di speranza: siamo circondati da guerre, da violenza, da morti...
"Si la Pasqua per noi che siamo credenti ha un significato estremamente chiaro: la morte non ha l'ultima parola assolutamente no. La morte fa parte di un cammino, ma non ha l'ultima parola e quindi l'ultima parola ce l'ha proprio la resurrezione del Signore Gesù e quindi la speranza. La speranza lo dico tante volte, non è soltanto che Dio ce la mandi buona o tutto andrà bene, la speranza per un cristiano ha un significato estremamente preciso, che tutto ha un senso. E allora credo che l'invito, oggi che siamo chiamati a prendere sul serio, magari a fermarci un po' a dire ma che senso ha tutto quello che sta succedendo in noi, come persone e in noi come città e diocesi di Genova, in questo nostro mondo, Che senso ha? Che scopo posso dare io alla mia vita in questa situazione? E allora diventa veramente una parola di speranza. Cerchiamo insieme perchè qui non basta che qualcuno di illuminato lo faccia, siamo chiamati a cercare insieme il senso di questa situazione politica, economica, esistenziale. Ed è davvero bello che questi giorni di Pasqua ci offrano l'occasione per fare tutto questo".
La Pasqua è il centro della fede cristiana, la vittoria della vita sulla morte, ma è molto difficile anche da comprendere nelle piccole cose che però sembrano grandi della vita.
"Sì, credo che sia davvero importante cogliere questa novità, questa speranza, questa vita nella vita di ogni giorno: nel mio lavoro, nel mio posto di lavoro, sono motivo di vita o di non vita che significa tensione, che significa essere una persona che vuole arrivare a ogni costo; per chi va a scuola, ai nostri ragazzi, ai nostri studenti è davvero un'occasione per imparare insieme o è un'occasione davvero perchè devono passare per forza le mie idee con ogni sistema. Nelle piccole cose, andando in macchina, in automobile davvero sono motivo di pace o sono motivo di tensione, di rabbia, di aggressività nelle cose più banali o meno banali ma la nostra vita è fatta di tante cose banali, è davvero importante: sono motivo di vita, di speranza, di pace o sono motivo di tensione. Credo che sia proprio questo nostro impegno di ogni giorno nel riflettere davvero, la mia vita porta pace o porta altro?"
Pasqua è luce, ma molti, anche nella nostra città e nella nostra diocesi, vivono nel buio a causa di una povertà che aumenta ma ci sono anche delle difficoltà nelle aziende. Lei come vede oggi queste problematiche nella nostra città?
"Vedo anche qui una richiesta di aiuto che viene da tutte queste realtà difficili, queste realtà che che ci interrogano e chiedono aiuto. E allora quanto è importante che anche qui insieme cerchiamo di dare una risposta a queste situazioni. Sì, talvolta siamo non dico obbligati, ma magari mettiamo qualche tapullo come diciamo a Genova ma credo che sia importante andare alla ricerca delle motivazioni veramente profonde di queste situazioni. Certo, sono complesse, forse anche complicate, ma siamo chiamati veramente a darci una mano, a cogliere le cause di tutte queste fatiche, di queste difficoltà. Altrimenti cercheremo di trovare delle soluzioni, ma sono molto temporanee perché sono situazioni che hanno una storia che hanno tutte delle motivazioni. Quanto è importante che cerchiamo di andare alla radice davvero per dare, non dico una soluzione che è sempre difficile trovare soluzioni, ma una strada, una via, una possibilità. Ma siamo chiamati a farlo insieme a queste situazioni difficili, complesse, complicate".
Lei da subito ha chiamato all'appello un po' tutte le istituzioni a lavorare insieme, soprattutto per il lavoro, continua questo cammino o è un po' rallentato?
"Questo cammino a me pare che stia continuando davvero bene nel senso di lavorare insieme con le istituzioni e credo che sia oggi la strada vincente. Nessuno da solo può affrontare situazioni, come dicevo prima, complesse e forse anche complicate. E qui davvero siamo chiamati anche per tutte le situazioni, anche quelle che stanno venendo fuori adesso che stanno emergendo, credo che sia importante davvero che ci mettiamo attorno a un tavolo e cerchiamo insieme di essere vicini alle persone, alle loro situazioni, alle loro difficoltà e anche ai loro sogni, per trovare davvero insieme ciò che ci può aiutare a vivere una vita bella, perché questo è il sogno di Dio. Dio vuole che abbiamo una vita bella, come dice il Vangelo di Giovanni "Io sono venuto perché avviate una vita, una vita piena", questo è il sogno di Dio e diamoci una mano che la nostra vita sia piena, bella, significativa".
Genova è la città più anziana d'Europa, ci sono quindi delle problematiche, non solo sanitarie, ma anche di solitudine, di attenzione che si devono affrontare proprio nella nostra città e nella nostra diocesi. E un po' forse anche come l'immagine del nostro Papa Francesco..
Certo, il nostro grande Papa che il Signore ci ha regalato, ci dà un esempio bellissimo che forse più che nonostante con le sue fatiche e le sue difficoltà sta andando avanti, che esempio, sta portando avanti la missione che il Signore gli ha dato, ovvero di animare questa nostra Chiesa in questo nostro tempo e credo che anche questa situazione un po' della nostra città, l'età che avanza, la denatalità che è un altro elemento sul quale dobbiamo davvero pensarci e riflettere come concretamente, anche qui strutturalmente, dare una mano ad una famiglia, a chi vuol mettere su una famiglia. Ma è davvero importante, credo questo esempio che ci dà il Papa che anche in un'età veneranda è un uomo che sa camminare non solo nel senso solo fisico, ma sa davvero animare, sa essere presente, sa dare speranza ai giovani, alle famiglie, a tutte le persone che incontra e a me pare che il grande regalo che ci fa di mettere al centro la relazione, la relazione con le persone semplice, serena, quotidianamente mettere al centro le relazioni e credo che sia un grande regalo che possiamo farci e possiamo fare alle nostre persone anziane, ai nostri giovani, ai nostri bambini davvero il regalarci il darci tempo per le relazioni in questa nostra vita, che pare che sia una cosa non dico impossibile ma certamente problematica".
Vocazioni in calo con meno sacerdoti e i laici che dovrebbero almeno sempre di più aiutare all'interno della Chiesa, come stanno proseguendo le esperienze che si stanno facendo in questo senso?
"Io credo la realtà delle poche vocazioni, sia una realtà della nostra Chiesa che ci accomuna un po' alla situazione, più o meno alle chiese del Nord del mondo. Certo, nel Sud del mondo abbiamo la grande grazia di avere tante vocazioni, ma anche nella nostra situazione se noi pensiamo a situazioni in America Latina in cui magari un sacerdote deve prendersi carico magari di 130mila persone forse credo che noi dobbiamo ringraziare anche il Signore per i sacerdoti che abbiamo. E certo dobbiamo pregare il Signore e cercare di fare una promozione vocazionale che doni alla sua Chiesa tanti e santi sacerdoti. Quello che io vedo oggi, a livello dei nostri fratelli e sorelle laici, è davvero chi si butta nella fede, nella comunità è significativo. Credo che sia questa oggi la grande sfida di aiutare i fratelli e sorelle laici e laiche davvero a sentirsi sempre più parte di queste comunità e sentire che è il battesimo che ci fa essere partecipi della vita di una comunità che ci fa sentire parlavo di corresponsabilità, sentire che la comunità cristiana è affidata a tutti i battezzati. Certo, i sacerdoti con il loro ministero, con i religiosi, con il loro carisma, i laici e laiche, con la loro partecipazione quanto è importante che tutti ci sentiamo corresponsabile e mi pare che questo stia crescendo e questo è il grande dono che il Signore sta facendo alla nostra Chiesa".
Com'era la sua Pasqua da bambino o quando, per il suo incarico precedente, era in giro per il mondo?
"La Pasqua che vivevo da bambino era una festa bellissima. La Pasqua per me ha significato e anche del mio servizio ai miei frati è davvero il poter vedere come questa festa è una festa che è sentita in tutto il mondo. È una festa che veramente ci accomuna ed è bello quindi sentire che anche noi siamo dentro la Chiesa di Genova è dentro questa grande Chiesa che è la Chiesa universale che vive la stessa realtà, la stessa Pasqua, la stessa liturgia. Certamente credo che sia importante e bello sentire che siamo davvero in una realtà più grande di noi, nella quale anche noi siamo dentro e vogliamo vivere questa universalità. E davvero pregare il Signore che dia sempre di più alla nostra Chiesa questo sguardo universale, Genova ha una grande storia di apertura, davvero che sempre più amo crescere in questo bel sentirsi, che siamo parte di una grande Chiesa, magari con riti anche diversi ma siamo tutti Chiesa cattolica universale. E questo è davvero il respiro che chiediamo al Signore di darci".
Le lascio la telecamera monsignor Tasca per gli auguri a tutta la diocesi, anche magari a quelle persone anziane, sole, che vivranno questa giornata in solitudine, o che non potranno uscire e andare in chiesa.
"L'augurio di una Santa Pasqua a tutti gli uomini e le donne ai credenti e non credenti di questa nostra città. È una una festa che ci dà la speranza, ci dà un futuro. E magari qualcuno dice ma è faticoso, certo, ma non so quale tempo di questa nostra storia sia stato un tempo semplice, credo che noi siamo chiamati a vivere questo nostro tempo per noi credenti, il Signore ci ha messo in questo tempo, vuol dire che ha un senso che ha uno scopo che ha una finalità e questo io credo che sia l'augurio più bello che davvero tutti insieme scopriamo la bellezza di questo nostro tempo, pur in mezzo a difficoltà, tensioni e fatiche ma scopriamo la bellezza della vita. Augurio che faccio a tutti voi Santa Pasqua e Santa vita a tutti voi. Auguri".
IL COMMENTO
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