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Genoa e Sampdoria hanno manifestato una disponibilità che al momento è considerata troppo generica e priva di dettagli
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di Matteo Cantile

GENOVA – Un passo avanti, forse, ma non così significativo: la ristrutturazione dello stadio di Marassi in vista degli Europei del 2032 resta, infatti, ancora avvolta in molti dubbi.

La giornata di ieri doveva essere quella decisiva per affidare a Genoa e Sampdoria il progetto condiviso di restyling del Ferraris ma alla prova dei fatti le cose sono andate un po' diversamente: dalle due società cittadine è arrivata, si, una manifestazione di piena disponibilità a partecipare all'operazione ma non corredata dai sufficienti dettagli operativi. Una lettera un po' generica, insomma, che si dice abbia lasciato un po' perplessi i vertici amministrativi e politici di Palazzo Tursi. I quali, in queste ore, stanno elaborando una risposta e sarà interessante capire quale posizione vorrà prendere il Comune.

L'operazione prevede infatti che Genoa e Sampdoria costituiscano una 'newco', cioè una società ad hoc, con lo scopo di rilevare lo stadio Luigi Ferraris finanziando la ristrutturazione che permetterà alla città di partecipare, da protagonista, agli Europei del 2032 che saranno ospitati da Italia e Turchia.

Non si tratta, però, di una cosa da poco: l'investimento complessivo stimato dal Comune si aggira attorno ai 100 milioni di Euro, i tempi stringono (come ha dichiarato ieri a Genova anche il presidente del Coni Giovanni Malagò) e per il momento dalle società non filtrano dettagli.

E' una situazione complicata perché Palazzo Tursi sa bene che l'intervento diretto delle due società è indispensabile per dare a Genova una chance di partecipare agli europei ma al tempo stesso è ben consapevole che lo stadio ha un grande valore per la collettività e che serve la massima chiarezza sulle prospettive economiche e tecniche di avvio e conclusione dei lavori. Genoa e Sampdoria sono indiscutibili simboli della città, fonti di passione, gioia e dolore per le rispettive tifoserie: le società sono invece gestite da investitori privati che devono consquistarsi, con i fatti, la fiducia di chi deve mettere nelle loro mani un bene così prezioso.

Prima di assegnare la proprietà dello stadio a gruppi imprenditoriali che arrivano da lontano il Comune di Genova vuole vederci chiaro: e, visto il valore della posta in palio, fa certamente molto bene.