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Gli acquisti erano stati fatti su una pagina social di una pescheria del centro di Napoli il cui titolare risulta essere molto attivo con quasi 500mila followers
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di Au. B.

LA SPEZIA - Sono stati sequestrati due quintali di pesce, molluschi e frutti di mare trovati senza documenti all'interno di un camion non autorizzato appena uscito dal casello di Santo Stefano Magra.

L’indagine è partita dalla richiesta di intervento degli agenti della Stradale che hanno fermato all'uscita del casello autostradale un automezzo per un controllo di routine. La pattuglia ha riscontrato l'assenza di documentazione di accompagnamento dei prodotti di pesca trasportati e ha allertato il servizio veterinario dell'Asl5. Le derrate ittiche si presentavano in contenitori box di polistirolo pronti per essere ceduti agli acquirenti in luoghi stabiliti in precedenza, lungo un percorso a tappe che attraversava il centro e nord Italia.

Il pesce era destinato all'acquisto da parte di incauti clienti adescati sui social e invogliati dalla consegna a domicilio e dal prezzo decisamente basso rispetto a quello di mercato. Gli acquisti erano stati fatti su una pagina social di una pescheria del centro di Napoli il cui titolare risulta essere molto attivo con quasi 500mila followers.

Proprio tramite i social, infatti, il titolare della pescheria pubblicava video e post in cui in maniera molto simpatica e accattivante promuoveva la merce ed invitava chi lo seguiva da diverse Regioni a prenotare i cosiddetti "box famiglia" ad un prezzo notevolmente appetibile per la tipologia di prodotti in essi contenuti tra cui pesci, crostacei e frutti di mare.

Soprattutto mitili, ostriche, vongole e telline risultavano essere alla rinfusa, privi di etichettatura e non confezionati in retine come prevede la normativa a tutela del consumatore che, tra l’altro, impone che questi prodotti per essere commercializzati devono essere sottoposti a depurazione e confezionati in appositi stabilimenti chiamati Centri di Spedizione Molluschi. Anche le informazioni obbligatorie previste per il pesce dalla normativa, tra cui l’obbligo di indicare la presenza di eventuali allergeni, quali ad esempio i solfiti, non erano garantite e fornite in nessuna modalità agli acquirenti, anche perché tale forma di acquisto a distanza, non permette la corretta informazione del consumatore sulla provenienza del pescato, sui trattamenti e sulle modalità di trasporto in regime di temperatura seppur le derrate che i professionisti di ASL5 hanno trovato a bordo del camion si presentavano idoneamente conservate in ghiaccio e trasportate con automezzo refrigerato. Peccato che la società incaricata del trasporto e delle consegne alla clientela è risultata essere, da successivi controlli d’ufficio, non autorizzata per tale attività del settore alimentare.

L’intero quantitativo, residuo delle precedenti tappe, è stato così posto sotto sequestro dagli addetti al controllo dell’Asl5 e il furgone, piombato e sigillato, è stato inviato in vincolo sanitario nel luogo di partenza, a disposizione della Asl competente sul territorio previo accordo con i servizi veterinari campani.