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GENOVA - Esattamente un anno fa nasceva in Liguria il protocollo d'intesa per l'istituzione di un tavolo permanente regionale sulla certificazione di genere nelle imprese con almeno 50 dipendenti. Lo strumento ha portato risultati: in Liguria nel 2022 le certificazioni per la parità di genere erano 14, oggi sono 284.

La nostra regione oggi è all'11esimo posto in Italia, ma è fra le prime se si prendono in considerazione solo le piccole regioni. Il riconoscimento della certificazione di genere è una vera e propria valutazione del livello qualitativo di come le aziende si stanno educando al benessere organizzativo che deve avvenire necessariamente attraverso il riconoscimento di uguali diritti e uguali doveri per i lavoratori e per le lavoratrici.

"La nascita di questo protocollo ha portato una nuova consapevolezza collettiva, necessaria per eliminare quella disuguaglianza di genere che purtroppo è ancora radicata nel mondo del lavoro e, in generale, all'interno della nostra società - dice l'assessore regionale alle Pari Opportunità Simona Ferro -. Credo che mantenere alta l'attenzione sulle politiche di genere e sul valore della diversità significhi riconoscerla pubblicamente come una componente essenziale per il raggiungimento di una crescita territoriale sostenibile inclusiva. Mi piace ricordare come la Regione Liguria sia vicina alle donne e quindi alle famiglie. All'interno del nostro ente, ad esempio, siamo al passo con i tempi in campo di parità di genere, direi molto più avanti rispetto a molte realtà affini. Resto comunque convinta che i numeri siano importanti, ma non siano l'unico indicatore per la parità e che a prevalere debba sempre essere il merito della persona sia esso maschio o femmina".

"Sono molto felice di come stiano andando le cose, non certo sorpreso perché sapevamo che il protocollo avrebbe portato benefici importanti - dice l'assessore al Lavoro di Regione Liguria Augusto Sartori -. Abbiamo un obiettivo finale per il futuro: la chiusura di questo tavolo perché vorrebbe dire che in Liguria non ci saranno più discriminazioni sui posti di lavoro".

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