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GENOVA - Technisub e Gsa. Lunedì di sciopero, mobilitazione e proteste a Genova. Da una parte a rischio il futuro di 45 lavoratori della Technisub, l'azienda genovese fondata nel 1962 e storico marchio di attrezzatture subacquee oggi controllata dalla francese Aqualung che ha deciso di spostare la produzione in Inghilterra. Anche l'ultima trattativa è andato a vuota con la decisione dell'azienda di proseguire nel suo intento (leggi qui).
 
I lavoratori al termine dell'assemblea hanno dichiarato l'avvio dello sciopero di tutte le prestazioni lavorative per tutti i turni a partire dalle ore 6 di lunedì 16 settembre. "I lavoratori di fronte a questo scenario non escludono alcuna iniziativa di lotta e faranno il possibile per coinvolgere le istituzioni e la città di fronte all'ennesimo disastro industriale" si legge in una nota diffusa dalle rsu.
 
Altra questione invece riguarda le lavoratrici e i lavoratori della Gsa che hanno programmato un presidio a partire dalle 10,30 davanti alla prefettura di Genova. Un presidio organizzato dalla Filt Cgil contro l’applicazione del contratto di lavoro sottoscritto da una organizzazione autonoma e non rappresentativa.
 
“Il contratto applicato dalla Gsa è un contratto irricevibile perché difetta di molte tutele che sono invece previste nel contratto nazionale siglato dalle organizzazioni sindacali confederali. I presidi organizzati dalla Filt sotto le Prefetture a livello nazionale hanno lo scopo di denunciare la vertenza e chiedere l’applicazione del contratto di miglior favore per il dipendente” commenta Marco Gallo segretario Filt Cgil Genova e Liguria.
 
La Gsa si occupa della gestione della sicurezza antincendio in servizi pubblici e privati quali ospedali, elisuperfici, autostrade e non solo. Sono diverse centinaia i lavoratori impiegati a livello regionale di cui circa 250 a Genova. "Le violazioni normative del contratto applicato da Gsa sono tante e davvero pesanti soprattutto su retribuzioni (per alcuni livelli la differenza economica tra i due contratti può arrivare a 500 euro mensili), sull’orario di lavoro e sul diritto di sciopero" scrivono i rappresentanti sindacali. Annunciate in futuro nuove mobilitazioni.