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La popolazione resta stabile grazie ai tassi migratori. Reddito delle famiglie spezzine cresce di oltre cinque punti rispetto alla media nazionale.
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di Emanuela Cavallo

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LA SPEZIA - Focus sull’economia spezzina, con particolare attenzione alle dinamiche sociali e la capacità imprenditoriale, che con una popolazione sempre più anziana rischia di ridimensionarsi.  La Camera di Commercio Riviere di Liguria ha presentato nella sede spezzina il “Rapporto economico provinciale 2023” curato in collaborazione scientifica del Centro Studi Tagliacarne al fine di mettere a disposizione del territorio liguri analisi approfondite sulle dinamiche provinciali collocate nel contesto regionale e nazionale. Dopo l’intervento introduttivo di Marco Casarino, segretario generale della Camera di Commercio Riviere di Liguria, Paolo Cortese, responsabile Osservatori locali del Centro Studi Tagliacarne, ha illustrato l’analisi dei principali indicatori demografici ed economici della provincia. Iolanda Conte di Uniontrasporti si è invece concentrata sul tema delle infrastrutture e delle priorità per il sistema economico territoriale, mentre Marco Guerrazzi, professore del Dipartimento di Economia dell’Università di Genova, ha tratteggiato un focus su dinamiche della popolazione, imprenditorialità e crescita economica. L’attitudine verso l’imprenditorialità decresce con l’aumento dell’età mentre l’acume per gli affari aumenta con l’esperienza, di fatto l’imprenditorialità giovanile dev’essere sostenuta altrimenti l’età media dei neoimprenditori si sposta in età adulta (40-45 anni media italiana). Un bilancio positivo che guarda però con timore al futuro: il 20% delle aziende intervistate nel primo semestre del 2024 si dice preoccupata per l’incertezza e le preoccupazioni legate al quadro mondiale. 

Al 1° gennaio 2024, la popolazione della provincia della Spezia è di 215mila residenti, in crescita dell’1,3 per mille nell’anno, in controtendenza rispetto al dato nazionale di diminuzione, in virtù dei tassi migratori (interno e dall’estero) che compensano quello naturale, ampiamente negativo. L’indice di vecchiaia provinciale si attesta, nel 2023, al 258,4%, quasi 60 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale. Nel 2023 si registra una variazione positiva del numero delle nascite, che è assolutamente una eccezione nel panorama regionale e nazionale, per lo più grazie all’apporto delle famiglie straniere immigrate in provincia. 

Il mercato del lavoro

Nel 2023 il tasso di occupazione provinciale (67,8%) cresce di 3,6 punti rispetto al 2022, raggiungendo il punto più alto dal 2020 in poi, superando di oltre sei punti percentuali il tasso di occupazione nazionale. Gli occupati totali crescono di 8,8 punti percentuali fra il 2020 e il 2023 e nell’ultimo anno raggiungono quota 92.100 circa. Nel 2023 è cresciuta l’occupazione manifatturiera (+15,8%) ad un tasso molto più marcato di quello regionale e nazionale, così come quella del commercio-alberghiero e ristorazione (+38,8%). In aumento anche l’occupazione edile (+5,1%).

Il tasso di disoccupazione provinciale diminuisce, scendendo al 5,1% nel 2023, un dato migliore della media nazionale e regionale. Fra il 2020 e il 2023, il valore assoluto del numero di disoccupati tende quasi a dimezzarsi, a fronte di flessioni molto più contenute nel resto della Liguria e dell’Italia. Le previsioni sulla domanda di lavoro formulate dalle imprese spezzine di industria e servizi ed elaborate dal sistema informativo Excelsior riflettono il miglioramento del mercato del lavoro locale: le imprese che assumono passano dal 64% al 66% fra il 2022 e il 2023 e gli ingressi previsti sono oltre 21.000, dei quali il 34% riservato a giovani.

Il sistema produttivo

A fine 2023, il tessuto produttivo spezzino registra, come il resto della regione e del Paese, un saldo negativo fra iscrizioni e cessazioni di imprese. Si tratta tuttavia di una riduzione, sia in termini di imprese registrate (-0,3%) che attive (-0,1%), meno rilevante di quanto avvenuto in Liguria e a livello nazionale. In tale contesto, da anni si osserva un incremento delle società di capitali (che nel solo 2023 aumentano del 4%, un punto al di sopra della dinamica nazionale). Nell’anno si assiste ad un aumento delle attività manifatturiere (+2,3%) che si differenzia dal calo subìto nel resto della regione e del Paese, così come l’onda lunga degli effetti espansivi del Superbonus premiano la filiera edile, con un incremento dello 0,4% delle imprese di costruzione e del 2,5% delle attività immobiliari. I servizi legati al turismo e alla ristorazione aumentano in modo lieve (+0,7%). Diminuiscono invece, per oltre il 3%, le attività agricole e quelle del commercio.

I redditi e i risparmi delle famiglie

Nel triennio 2019-2022, il reddito delle famiglie spezzine cresce (+13,7%) di oltre cinque punti più intensamente rispetto alla media nazionale. L’incremento è pari a quasi il doppio di quello regionale e colloca La Spezia in seconda posizione in Italia per crescita complessiva dei redditi delle famiglie nel 2022/2019.L’aumento è trainato da tutte le categorie di redditi, soprattutto da quelli da lavoro dipendente, in aumento di oltre il doppio rispetto alla media nazionale.

La produzione agricola

Nel 2023, in provincia diminuiscono le superfici e la produzione di vino, come nel resto della regione, ma meno della media nazionale. Aumenta tuttavia la produzione di vini di qualità Dop e Igp (+6,7%), che rappresentano una quota, pari al 52% circa. Dai risultati del Censimento Agricoltura, in dieci anni, La Spezia vede crescere la Superficie agricola utilizzata (+0,4%) a fronte di una flessione su base nazionale, mentre il numero di aziende diminuisce del 31,7%, in analogia con quanto avviene su scala italiana (-30,1%). Vi è quindi un processo di selezione competitiva che vede prevalere meno aziende ma con una superficie più ampia, in modo da poter garantire migliore efficienza e resa.

Il turismo

La Spezia nel 2023 ha attratto oltre 1 milione di arrivi, con presenze di poco inferiori ai 3 milioni. La variazione 2022-23 delle presenze per la provincia, registrando il +5,8%, supera quella ligure che si attesta al 4%, mentre la variazione degli arrivi si attesta ad un incremento del +9,2%, superando il dato regionale (+6,7%) e ponendosi poco al di sotto dell’incremento nazionale (+12,8%). Nel 2023, gli arrivi alla Spezia di turisti dall’estero sono stati superiori rispetto alle provenienze dall’Italia: il 66,8%, contro il 33,2%; andamento che si rispecchia anche per le presenze (66% contro il 34%).

L’economia del mare

In provincia della Spezia l’economia del mare supera gli 1,1 milioni di euro di valore aggiunto nell’anno 2022, incidendo per il 16,8% del totale dell’economia. La cantieristica costituisce il settore principale con oltre 465 milioni di euro, incidendo per il 40,6% del totale mare provinciale, segue il settore della movimentazione di merci e passeggeri che incide per 26,1% del totale. In terza posizione, il settore dei servizi di alloggio e ristorazione che rivela un’incidenza per oltre il 22% del totale dell’economia del mare del territorio. Relativamente al flusso di passeggeri crocieristici, il porto della Spezia si pone al 15esimo posto nel Mediterraneo (al settimo in Italia dopo Civitavecchia, Genova, Napoli, Palermo, Savona e Livorno) per volume di transiti, evidenziando ancora una volta una spiccata capacità attrattiva e di operatività.

Il commercio estero

Nel triennio 2020-2023 le esportazioni spezzine crescono ad un tasso piuttosto consistente (+82,2%, oltre il doppio di quello nazionale e di circa 39 punti in più rispetto alla media della Liguria); nel solo 2023 si riscontra un aumento del 23,3%, in controtendenza rispetto alla leggera flessione registrata su scala nazionale. Di fatto, fra il 2020 e il 2023, l’export spezzino arriva quasi a raddoppiare. Nel solo anno 2023, l’aumento viene trascinato dalla cantieristica-nautica (l’export di mezzi di trasporto aumenta del 31%), dai prodotti in metallo (+26,6%) e dai macchinari e apparecchi (+43%), tre settori che spiegano quasi l’80% dell’export provinciale complessivo. Tra i settori più rilevanti, si riducono le esportazioni di prodotti chimici e di articoli in gomma, plastica e minerali non metalliferi.