"Senza contratto c'è l'agitazione, la battaglia va avanti" i metalmeccanici di Genova sono scesi in piazza a Genova. Sciopero di 8 ore e corteo per le vie della città per chiedere il rinnovo del contratto nazionale del lavoro scaduto a giugno del 2024. Partiti da piazza Acquaverde davanti alla stazione circa un migliaio di manifestanti hanno attraversato il centro di Genova fino ad arrivare davanti alla sede di Confindustria Genova tra via Fiume e via San Vincenzo. Qui il lancio di uova verso le finestre del palazzo. In testa al corteo lo striscione con la scritta "contratto subito, salario, diritti e dignità". Nel corso di questi mesi le trattative sono andate avanti tra associazioni di categoria e sindacati ma le parti restano lontane. Alla base della manifestazione il problema dei salati bloccati, erosi dall'inflazione degli ultimi anni, come sottolineano i sindacati. Dall'altra le associazioni che hanno presentato una piattaforma distante dalle richieste dei sindacati. Già dalle prime ore presidi davanti a numerose aziende del comparto. In tutta la Liguria sono 24mila i lavoratori metalmeccanici.
La trattativa senza esito e le richiese
Per ora è proseguita senza esiti la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici del settore industriale, scaduto a fine giugno 2024. Le posizioni restano lontane. Da una parte ci sono le associazioni datoriali che puntano su un modello basato su sostenibilità, competitività e welfare aziendale, proponendo l’aumento dei flexible benefit fino a 400 euro e nuove tutele come una rendita per la non autosufficienza. I sindacati, invece, insistono su un incremento salariale di 280 euro lordi, giudicato insostenibile dalle imprese. Il 30 maggio 2024 si era svolto in Confindustria il primo incontro tra Federmeccanica e Assistal per la parte datoriale e Fim, Fiom e Uilm per la parte sindacale, per il rinnovo del contratto nazionale che in Italia riguarda più di un milione di lavoratori che producono l’8% del Pil e rappresentano il 50% circa dell’export nazionale.
Venzano (Fim Cisl): “Federmeccanica ed Assistal non voglio riaprire la trattativa e questo è inaccettabile”
Il segretario generale della Fim Cisl Liguria Christian Venzano spiega: “I segretari nazionali di Fim Fiom e Uilm hanno incontrato i vertici di Federmeccanica e Assistal l’11 febbraio per vedere se c’era la disponibilità di riprendere la trattativa dopo lo stop del 12 novembre dopo 8 incontri e le successive iniziative di sciopero nei mesi di dicembre e di gennaio messe in campo, ma abbiamo registrato la non volontà di risedersi al tavolo per riprendere la discussione e questo è inaccettabile, perché parliamo del futuro industriale del nostro paese con il contratto più importante che riguarda 1,5 milioni di lavoratori, nel settore trainante quello dell’industria. Dopo il 13 dicembre, ritorniamo a protestare con la manifestazione in città ma questa volta verso Confindustria con una grande risposta dei metalmeccanici alla provocazione di Federmeccanica ed Assistal. La loro posizione come abbiamo già dichiarato è pericolosa perché vogliono cambiare le regole e la struttura del contratto più importante del paese, non riconoscendo di fatto la dinamica della trattativa per l’aumento salariale e sulla valorizzazione delle professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici, volendo cambiare la dinamica della clausola di salvaguardia per tutelare il potere d’acquisto, mettendo a rischio anche i rinnovi dei contratti di secondo livello invece che ampliarne la costruzione all’interno delle aziende e non rispondendo di fatto alle richieste normative su temi importanti come la sicurezza sul lavoro, sulla gestione dei tempi di vita e di lavoro, sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, sulla stabilità dei contatti e sulla gestione degli appalti e altri temi di garanzia fondamentali per la gestione delle transizioni in essere" conclude Venzano.
Bonazzi (Fiom Cgil): "Da parte di Confindustria non c’è volontà di trattare"
Il segretario della Fiom Cgil Stefano Bonazzi: "Chiediamo il rinnovo di un contratto nazionale la cui trattativa si è interrotta ormai da parecchio. Al centro della nostra rivendicazione c’è il salario. In questi ultimi anni l’inflazione ha morso, il potere d’acquisto dei metalmeccanici si è eroso in maniera consistente. La partita è aperta, da parte di Confindustria non c’è volontà di trattare. Confindustria ha presentato delle controproposte che vanno in totale controtendenza, in cui il salario non è assolutamente citato. Questo è inaccettabile e quindi oggi i metalmeccanici genovesi si schierano in corteo”.
Pinasco (Uilm): "La contro piattaforma a zero euro di Federmeccanica è un insulto"
“Oggi 10 milioni di lavoratori non arrivano neanche a 1.200 euro al mese: è follia se pensiamo alle poche cose che si possono fare con questi miseri salari – spiega Luigi Pinasco, segretario generale Uilm Genova -. Aumentare il salario, contrastare la precarietà, ridurre gli orari, estendere diritti e tutele per tutte le lavoratrici e i lavoratori sono le ragioni che ci contrappongono a Federmeccanica che, purtroppo, non intende aprire in alcun modo alle richieste delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori metalmeccanici circa il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. La nostra battaglia prosegue: sulla pelle dei lavoratori non si scherza!” spiega Pinasco.
La protesta dopo quella dello scorso 13 dicembre
La protesta segue quella dello scorso 13 dicembre quando i metalmeccanici sono scesi nelle vie del ponente cittadino di Genova per chiedere un rinnovo del contratto di lavoro "rispettoso dei diritti di lavoratori e lavoratrici del settore. La trattativa è in una fase di stallo in quanto Federmeccanica e Assistal non intendono aprire il tavolo di confronto e considerare le richieste di Fim Fiom Uilm Nazionali che, vista questa posizione, hanno dichiarato un pacchetto di 8 ore di sciopero a livello nazionale e uno di 8 ore a livello territoriale che a Genova".
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Ansaldo Energia assume 5 lavoratori della Technisub
Ansaldo Energia ha comunicato che assumerà 5 operai (2 donne e 3 uomini) della Technisub, azienda metalmeccanica che ha chiuso lo stabilimento di Genova delocalizzando la produzione in Inghilterra e licenziando tutti i 28 lavoratori in forza. Un’iniziativa, quella di Ansaldo Energia, lodevole perché permette la continuità di occupazione e di salario per quei lavoratori/lavoratrici e dimostra nella pratica e con un fatto concreto attenzione al territorio e al tessuto industriale della nostra città. Non può essere però solo ed esclusivamente Ansaldo Energia a mandare questo segnale: ci sono altri 23 lavoratori/lavoratrici della Technisub, tutti con professionalità e competenze, che possono e devono essere ridistribuiti nelle altre aziende metalmeccaniche della città, ricordando come Confindustria Genova lamenti spesso la mancanza di forza lavoro presso le sue associate. La via è stata tracciata…..avanti il prossimo.
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IL COMMENTO
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