
Sestri Ponente si è svegliata nel caos domenica mattina, quando le celebrazioni per la fine del Ramadan hanno provocato un'ondata di lamentele tra i residenti. L'uso di amplificatori per diffondere le preghiere mattutine ha svegliato molte persone alle 8 del mattino generando malumori in tutto il quartiere.
Preghiere all'altoparlante
Le preghiere, iniziate alle 8 secondo l'orario solare ma anticipate alle 7 a causa del cambio dell'ora legale, sono state trasmesse a volume elevato attraverso altoparlanti, disturbando la quiete pubblica. Numerosi cittadini hanno segnalato il disagio sui social media e contattato le autorità locali per esprimere il loro malcontento. "È inaccettabile essere svegliati così presto di domenica mattina", ha dichiarato un residente. "Capisco l'importanza della celebrazione, ma non si può imporre a tutto il quartiere un simile disturbo".
La situazione ha scatenato un acceso dibattito sulla convivenza tra diverse comunità religiose e sul rispetto delle regole di quiete pubblica. Alcuni residenti hanno sottolineato che l'uso di amplificatori in orari così mattutini rappresenta una mancanza di rispetto nei confronti della comunità locale. "Non è una questione di religione", ha spiegato un altro abitante del quartiere. "È una questione di buon senso e rispetto per chi vive qui".
Le chiamate alla polizia locale
Le autorità locali sono state chiamate in causa per gestire la situazione. "Stiamo valutando quanto accaduto e lavoreremo per evitare che episodi simili si ripetano", ha dichiarato un portavoce del Comune di Genova. Tuttavia, molti cittadini chiedono interventi più decisi e regole chiare per garantire che eventi di questo tipo non disturbino la vita quotidiana dei residenti dato che non è la prima volta che eventi organizzati a Villa Rossi disturbano la quiete pubblica.
Non è la prima volta che l'uso di amplificatori durante celebrazioni religiose genera controversie. La vicenda di Sestri Ponente riaccende il dibattito su come bilanciare la libertà di culto con il rispetto delle norme sulla quiete pubblica. Mentre alcuni difendono il diritto della comunità musulmana a celebrare il Ramadan secondo le proprie tradizioni, altri chiedono maggiore attenzione verso i diritti dei cittadini che non partecipano alle celebrazioni.
Scontro politico
La tensione rimane alta nel quartiere, con molti abitanti che si sentono ignorati dalle istituzioni. "Non vogliamo conflitti, ma è necessario trovare una soluzione che rispetti tutti", ha concluso uno dei residenti più critici. Per ora, il malcontento rimane palpabile e la vicenda sembra destinata a far discutere ancora a lungo complice anche la campagna elettorale "frizzantina" delle ultime ore.
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IL COMMENTO
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