Attualità

1 minuto e 32 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA -"La ragioneria dello stato ogni anno certifica che i lavoratori della scuola in quanto a stipendi sono il fanalino di coda all'interno del pubblico impiego, insomma siamo gli sfigati fra gli sfigati".

Potrebbe bastare questo, come spiega Gianni Garino, segretario generale Cisl Scuola, a illustrare il motivo dello sciopero del settore scuola che ha visto dopo tanto tempo incrociare uniti le braccia tutti i sindacati di categoria.

"Lo stipendio iniziale - spiega ancora Garino, incontrato davanti alla prefettura di Genova durante il presidio del giorno di sciopero - parte da 1200 euro iniziali di un lavoratore dell'infanzia e arriva a duemila euro per un lavoratore dell'università".

Il sindacalista, che è docente, poi chiede scusa alle famiglie che sono state costrette a tenere a casa i figli a causa dell'agitazione, "serve un segnale chiaro, il nostro contratto è scaduto da tre anni e per il rinnovo sono stati previsti fondi bassissimi, oltretutto le linee dell'ultimo decreto legge non sono state concordate con i lavoratori e vanno contro le nostre esigenze".

A Bertrand Viti, del sindacato autonomo Snals Liguria, tocca invece rimarcare che la favola delle scuole chiuse da luglio a settembre non esiste più: "L'attività per i docenti si conclude con gli esami di stato e ricomincia ad agosto, per gli ata, i bidelli, invece la scuola rimane sempre aperta. Non solo: negli ultimi due anni il Ministero ha tirato fuori il piano estate con cui permette alle scuole di stare aperte, capite che ormai la scuola sta diventando h24".

Fra le rivendicazioni della protesta del settore scuola anche quella di riconoscere la professionalità di chi vi lavora come risorsa fondamentale, visto che si tratta delle strutture e dei lavoratori a cui affidiamo la crescita dei nostri figli, "serve inoltre - hanno rimarcato i sindacati - mettere in sicurezza le scuole e ridurre il numero degli alunni per classe"