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di Luigi Leone

GENOVA - In questi giorni c'è una surreale polemica che sta animando Imperia e che è la plastica testimonianza di molti mali italiani. Il fatto: l'amministrazione civica guidata dall'ex ministro Claudio Scajola, e segnatamente l'assessore alla viabilità Antonio Gagliano, annuncia che a breve saranno installate delle telecamere sui semafori di quattro vie cardine della città. Obiettivo dichiarato: impedire che si passi con il rosso e, quindi, migliorare la sicurezza stradale.

Sembrerebbe la fiera dell'ovvio, una cosa di cui neanche chiacchierare. E invece no. Gagliano lo dice e apriti cielo! Sui social, sui giornali e nel parterre politico di minoranza, tutti ad accusare il Comune di voler fare cassa grazie alle nuove telecamere. Possibile. Ma confidando su incancellabili cattive abitudini.

Difatti, se non mi sono perso qualche puntata, continua a funzionare così, in base al Codice della Strada. Primo: ai semafori non si passa con il rosso e, anzi, già allo scattare del giallo bisogna fermarsi. Secondo: nei centri abitati, e ovunque sia esposto il divieto, non si possono superare i 50 chilometri orari. Se lo fai, in entrambi i casi commetti una infrazione e paghi le relative multe. È sufficiente rispettare le regole per essere indenni.

In questo Paese, invece, mica solo a Imperia, tutti sono per le regole, ma solo se devono rispettarle gli altri. Mi viene in mente un film di Ficarra e Picone - "L'ora legale" - in cui la banale onestà di un sindaco, votato a furor di popolo contro quei lestofanti della politicaccia politicante, viene ritenuta "eccessiva" e alla fine rimossa.

Sembra quasi la campagna elettorale attuale. E proprio la classe politica sta in prima linea in questo esercizio "armiamoci e partite". Uno dei refrain è: la legge elettorale in vigore fa schifo. Credo che possiamo tranquillamente convenire tutti. Solo che in Parlamento, con i mezzi per cambiarla, quella legge, ci stavano proprio coloro che oggi la giudicano una schifezza!

Basta? Non basta. Nei giorni e nelle ore della formazione delle liste, un po' tutti i partiti se ne sono usciti accusando il taglio dei parlamentari (giusto o sbagliato ognuno ha la sua opinione). Peccato che siano stati gli stessi partiti che adesso smoccolano a votare in Aula quel taglio.

Parliamo un po' di energia. Prima si è detto che il nucleare fa male, che il gas russo è il migliore, che nei nostri mari non si deve più estrarre il gas, che i rigassificatori sono vecchi attrezzi del diavolo, che la transizione ecologica va fatta subito e via elencando. Poi si è affermato esattamente il contrario. Perché le bollette del gas e della luce sono esplose e stanno mettendo in ginocchio famiglie e aziende. Gli stessi partiti che hanno provocato questo disastro ora ci chiedono il voto promettendoci mirabolanti interventi. Tutti dimentichi delle loro responsabilità e pure delle nostre, che ci abbiamo messo la complicità di qualche referendum.

La cosa più facile, tuttavia, è prendersela con i politici. Dunque, per forza che sempre più elettori non votano. Ma siamo proprio sicuri che questa presa di distanza sia giusta? Io ne dubito fortemente, quando per la strada (quasi) tutti svoltano con l'auto e la moto senza mettere la freccia, oppure al supermercato tastano la frutta senza guanti e se provi a farglielo notare ti avvertono di farti i c... tuoi! O non paghi le tasse (che tuttavia sono troppo pesanti, è vero) e poi ti lamenti perché i servizi non rispondono alle tue attese. Oppure perché salti la cena prenotata al ristorante o la vaccinazione, altrettanto prenotata, senza peritarti di farlo sapere, cosicché qualcun altro possa prendere il tuo posto. Puro menefreghismo. Pernicioso.

Gherardo Colombo, uno dei pubblici ministeri di Mani Pulite, ha osservato: "Finché abbiamo colpito la corruzione degli imprenditori e dei politici eravamo degli eroi, quando abbiamo cominciato a occuparci del piccolo, ma diffusissimo, cabotaggio, la nostra stella si è rapidamente offuscata".

Potrei continuare a lungo. Ma credo sia sufficiente per sostenere che la cattiva politica non è la causa dei nostri mali. Piuttosto, ne è l'effetto. E disertare i seggi elettorali non è che renda migliori.

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