Ai 1200 concessionari di bagni della Liguria è stata concessa una proroga per un altro anno. Poi le gare, secondo quanto ha stabilito da tempo l’Europa. Nella Repubblica dei rinvii questo sarà probabilmente l’ultimo dell’anno.
Mi auguro che con la definitiva regolarizzazione, cioè con le gare per ottenere le concessioni a prezzi adeguati s’intende, (considerando anche i costi pesanti che sopporta chi gestisce una spiaggia e i rischi atmosferici ormai da mettere in conto), venga attuato come ribadisce il presidente ligure dei sindacati del bagni marini “un progetto nazionale per tutto il fronte mare.”
Finalmente, perché il fronte mare italiano fatte alcune eccezioni e compreso soprattutto quello ligure è un vero scempio. Un’ accozzaglia orribile di casupole, baracche di legno su fragili palafitte, chilometriche barriere offensive di cabine, oppure invasioni di cemento disordinato, tettoie di amianto, ruggine in abbondanza. Un incredibile disordine, per usare un eufemismo, che spesso deturpa un paesaggio che sarebbe stupendo e degno di una tutela seria e rigorosa. Cosa che a Genova, per esempio non avviene in corso Italia. Provate a percorrere la passeggiata a mare guardando che cosa c’è subito sotto la ringhiera della strada. Lì, sulla spiaggia. Provate a fotografare i manufatti e chiedetevi se un panorama del genere sarebbe possibile in un qualunque altro luogo.
Quando Renzo Piano ha presentato il suo Waterfront di Levante lo scorso anno e lo ricordo bene perché moderavo la serata, si è anche augurato una risistemazione di quel litorale, immaginando una lunga passeggiata da Nervi alla Foce per poi arrivare in qualche modo anche al Porto antico. Appunto. Riguardate le foto che avrete fatto al di là del parapetto di corso Italia e spiegatemi come potrebbe essere realizzata questa passeggiata.
Sarebbe anche il caso che si parlasse seriamente e non prendendo in giro i liguri, di quante sono e dove le spiagge libere. O sono sugli scogli rimasti illesi dallo scempio balneare, per cui per frequentarle occorre un diploma da acrobata del circo o generalmente agli sbocchi dei rivi che, spesso, sono portatori di abbondanti spazzature e quindi maleodoranti, quando va bene. Spiagge libere a disposizione di chi non vuole o non può pagare ingressi negli stabilimenti, sdraio e lettini. E’ un diritto sacrosanto che va tutelato da chi governa la nostra regione.
Negli altri paesi europei dotati di spiagge belle come le nostre queste, per lo più, sono a disposizione di tutti e funzionano ottimi servizi di cabine, sdraio bar, ristoranti sul retro spiaggia. Se voglio la sdraio, pago sennò sto sulla spiaggia liberamente seduto sulla sabbia. Non come da noi dove per trovare una spiaggia libera degna di questo nome occorre affittare uno sherpa.
Come difendere il fronte mare da baracche e cemento libero
2 minuti e 11 secondi di lettura
di Mario Paternostro
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