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di Maurizio Michieli

GENOVA - "Posso dirlo, perché lo conosco da quando era poco più che un bambino: dietro e dentro l’animo gentile ed educato di Marco Lanna si nasconde la personalità di un uomo forte". Parole di Domenico Arnuzzo, pronunciate nel corso della puntata di Liguria in A andata in onda giovedì sera su Primocanale, con ospite in studio il 17° presidente della Sampdoria.

Ed in effetti Marco Lanna, nel nuovo ed inedito ruolo al vertice della società blucerchiata, è stato una rivelazione. Perché con toni pacati e spesso accompagnati da un famigliare sorriso, che lo ha fatto sentire davvero "Uno di noi" sampdoriani, come abbiamo titolato nell’Impact introduttivo, ha detto cose importanti e senza remore, in termini chiari, con la capacità non banale di farsi capire da tutti. Dopo anni di stordimento mediatico cialtronesco, la prima uscita televisiva di Marco Lanna ci ha restituito la voglia di ascoltare una persona che parla di Sampdoria con cognizione di causa. Come quando ha sottolineato, senza ombra di retorica: "Quella blucerchiata è sempre stata una famiglia, con pregi e difetti. Non siamo l’Inter, il Milan, la Juventus e la Roma, dove i calciatori firmano autografi o salutano la gente dal finestrino dell’auto perché il campo di allenamento è blindato e inaccessibile. Siamo la Sampdoria e questo valore va recuperato, per questo ho riaperto il "Mugnaini", compatibilmente con le norme anti covid".

Ma il Marco Lanna presidente non si è fermato qui. Ha garantito che "la società e la squadra sono attrezzate per condurre in porto la stagione, sia sul piano tecnico che finanziario", ferma restando la necessità di vendere il club per garantirne la sopravvivenza. "Anche se noi – ha specificato il presidente della Samp – stiamo lavorando come se non fossimo a termine e pensiamo anche alla prossima stagione. Eventualmente, chi arriverà, troverà una parte del lavoro già svolto e potrà scegliere se contare ancora su di noi o no".

Marco Lanna ha spaziato anche da D’Aversa ("i suoi 20 punti sono preziosi, ha lavorato in condizioni difficili e il suo sfogo sui giornali dopo l’esonero lo comprendo umanamente, lo abbiamo esonerato perché la squadra si era spenta e serviva una scossa"), a Giampaolo ("ha capito che subentrando deve anche adattarsi ai giocatori a disposizione, con il Sassuolo ad un certo punto si è vista una formazione con la difesa a tre"), sino ai lavori del centro di Bogliasco, dove ha rivelato di avere dovuto anche fare i conti con un “sequestro”.

E poi il fondamentale rapporto con i tifosi, totalmente dimenticati e abbandonati nel corso della gestione Ferrero, che aveva tutto l’interesse a tenere lontano chiunque, compresi i giornalisti "scomodi" per poter buttare la polvere sotto il tappeto, senza testimoni. Tutti nodi che stanno venendo a galla: il pubblico della Samp ormai si aggira, in media, sui 3-4 mila spettatori. "Ho inviato ai tifosi un questionario per cercare di capire le ragioni di questa disaffezione", ha spiegato Lanna, impegnato a fondo nel ricucire ferite profonde.

Non si è nascosto dietro un dito, il presidente. Come quando ha ammesso il dispiacere per non essere riuscito a portare alla Samp un’altra punta dal mercato di gennaio (Defrel, Berisha, Castillejo i nomi trattati). "Ma sono ottimista e convinto che possiamo salvarci senza problemi", ha aggiunto, quasi a voler rassicurare tutti.

Una bella uscita "pubblica", insomma. La dimostrazione che quel sottile filo può logorarsi ma non spezzarsi. Se ad alimentare la passione per la Sampdoria sono persone come Marco Lanna, che la conoscono. Questo senza occultare il fatto che gran parte della partita futura, oltre che in campo, si giocherà nei tribunali e sul tavolo delle trattative. Ma la presenza di Marco Lanna (insieme con un altro membro del cda, Gianni Panconi) è una garanzia. Sinché ci sarà lui sul ponte di comando di Corte Lambruschini, vorrà dire che il veliero blucerchiato starà andando nella direzione giusta. Semmai ci sarà da preoccuparsi se e quando getterà la spugna. Ma al momento è un’eventualità alla quale non dobbiamo (e non vogliamo) pensare. Buon lavoro, Marco Lanna, Uno di noi.

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