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Elena Ricci a Rapallo, Alessandro Mager a Sanremo. L’esito dei ballottaggi per l’elezione dei nuovi sindaci nelle due città liguri possono essere letti anche in modo speculare. Da una parte vince chi già aveva prevalso al primo turno, Ricci, mentre dall’altra il ribaltamento è clamoroso, considerando che Mager era stato sconfitto di oltre 10 punti percentuali.

In entrambi i casi l’ago della bilancia è stato il Pd. A Rapallo ha fatto l’accordo con l’altro candidato, Armando Ezio Capurro: ne ha aumentato i voti, ma non abbastanza per condurlo alla vittoria. A Sanremo, invece, Mager ha trovato un’intesa con l’alfiere piddino Fulvio Fellegara (20% al primo turno) e ciò ha prodotto il ribaltone finale. Al punto che Rolando ha annunciato dai microfoni di Primocanale: “Non entrerò in questo consiglio comunale perché non mi ci riconosco”. Sbaglia e vedremo se avrà dei ripensamenti.

Ma la storia di Sanremo è davvero particolare. Rolando era espressione del centrodestra ufficiale (FdI, Lega, FI e Noi moderati) e ciò gli ha garantito, ad esempio, la neutralità di Giovanni Toti. Il governatore, sospeso per la nota inchiesta sui finanziamenti politici, non ha fatto endorsement non volendo confliggere con la maggioranza che lo sostiene. Però la grandissima parte dei totiani si è schierata con Mager. Un civico che strutturalmente è un moderato e ciò gli ha assicurato pure l’appoggio di Claudio Scajola. Il sindaco di Imperia ed ex ministro del centrodestra non è uno propriamente amato nella Città dei Fiori, però quando si parla di elezioni ne sa una più del diavolo.

Con tutti costoro e con il sindaco uscente Alberto Biancheri, il quale aveva pure azzerato i dem, che c’entrano Fellegara e il Pd? All’apparenza niente. E’ per questa ragione che Rolando prende cappello. Però Sanremo è Sanremo. E Fellegara, nella patria di uno dei quattro Casinò italiani, ha voluto giocare d’azzardo: no a Rolando, uomo del centrodestra ufficiale, e sì all’altro candidato, un civico in nome del quale si può almeno dire che ci si tiene alla larga dalla maggioranza che amministra la Regione e che governa il Paese.

Poteva anche starsene, Fellegara. Solo che sembra aver fatto due ragionamenti. Il primo: essere parte dei giochi e non rimanere tagliato fuori, insieme con il partito, nei prossimi cinque anni. Il secondo ragionamento: via da subito, grazie al consenso ottenuto, alla battaglia con l’altro uomo forte del Pd ponentino, Enrico Ioculano, consigliere regionale, in vista delle elezioni liguri del 2025. Nessuno dei due lo confermerà mai. Anzi, fioccheranno le smentite e una me l’aspetto già. Tuttavia non ho dubbi che la provincia di Imperia sia troppo piccola, soprattutto se parliamo di Pd, per entrambi. L’azzardo, per ora, ha dato ragione a Fellegara.

Ai due nuovi sindaci auguri davvero. Elena Ricci è la prima donna che sale al soglio della città di Rapallo. Dopo Meloni e Schlein la tornata elettorale impone, pure in città importanti, ancora delle figure femminili. Un messaggio anche ai Cinque Stelle: Virginia Raggi, Chiara Appendino o eventualmente un’altra donna potrebbe essere la scelta giusta per dare nuovo slancio al movimento. Chissà.

Quanto a Magerinfine, mi è piaciuto, perché non ha fatto quello che ipocritamente dice “subito al lavoro”. Giustamente si è preso il tempo per festeggiare e per riaversi dalla dura campagna elettorale. Sa che lo attendono dossier rilevanti anche a livello nazionale, come il nuovo contratto con la Rai per il Festival, oggi penalizzante per il suo Comune. Del resto, è il destino dei sindaci: essere giudicati per ciò che fanno o che non fanno. Il resto è solo fuffa.