Commenti

4 minuti e 1 secondo di lettura
di Luigi Leone

In Liguria il primo partito è il Pd, con il 28,47% dei voti. Nel Comune di Genova, lo stesso Pd dimostra di essere ancor più radicato: 29,72% dei suffragi. In conseguenza del successo di Marco Bucci alle recentissime regionali, proprio nel capoluogo ligure si dovrà andare alle urne l’anno prossimo, per scegliere il nuovo sindaco. Solo che nel centrosinistra è cominciato il balletto di sempre: come sarà composta la coalizione, quale sarà il programma, chi sarà il candidato? E soprattutto: che metodo sarà utilizzato per sceglierlo?

Nel frattempo si guarda con curiosità a ciò che farà lo sconfitto, con margine risicatissimo e tanti applausi: Andrea Orlando guiderà l’opposizione in Piazza De Ferrari oppure si fermerà alla Camera, per occuparsi di politica italiana? Personalmente credo che Orlando farebbe bene a riprendere il proprio impegno a Roma. Gli interessi della Liguria non si difendono solo stando al governo, perché pure dall’opposizione - e Orlando sa farla - c’è bisogno di voci autorevoli. Dunque, non avrei il minimo dubbio.

Tanto più che a guardare bene i numeri Bucci sembra aver vinto soprattutto a Spezia, dove Orlando e il segretario regionale Davide Natale non sono riusciti ad ottenere un vantaggio degno di nota. Far fuori Italia Viva non è stata un'idea brillante (la responsabilità è dei Cinque Stelle e il Pd si è appiattito) e ancor meno lo è stata far irritare Raffaella Paita, plenipotenziaria di Matteo Renzi in Liguria: non sono affatto certo che abbia fatto avere i suo sostegno a Orlando e non a Bucci.

Comunque, a deporre in favore di quanto più generalmente è uscito dalle urne ci sono altre due considerazioni. La prima: il Pd è il partito più votato, quindi ha il diritto, e anche il dovere, di porsi come federatore di un centrosinistra che sappia essere coeso. Chi ci sta ci sta, chi si sottrae prenda pure la sua strada. Non sono certo che, data la sua caratura nazionale, Orlando possa essere protagonista di una cosa simile. La seconda considerazione: Orlando è stato generoso, ma è datato, mentre è giunto il momento che il Pd la faccia finita con i parrucconi e punti sulle nuove leve. Non mancano.

Poiché ci sono sempre in agguato delle anime belle, faccio una premessa: Armando Sanna l’ho visto un paio di volte negli studi di Primocanale, mentre Katia Piccardo e Federico Romeo proprio non li conosco. E adesso: sicuri che dica una bestemmia se affermo che al posto del Pd ricomincerei da loro?

Un po’ di dati. Armando Sanna, ex sindaco di Sant’Olcese, 8.041 preferenze alle ultime regionali. Katia Piccardo, sindaca di Rossiglione, 7.641 preferenze. Federico Romeo, già due volte presidente del Municipio Valpolcevera, 6.181 preferenze, delle quali 5.382 nel solo Comune di Genova, dove è risultato il più votato. Inoltre, non si può obiettare che siano inesperti, avendo già rivestito posizioni di rilievo amministrativo. Non bastassero queste cifre e circostanze, il rinnovamento attraverso di loro passerebbe anche dalla carta di identità: Sanna ha 44 anni, Piccardo 40 e Romeo addirittura 32.

Se poi consideriamo che d’appresso ci sono tanti altri nella stessa fascia d’età ad arricchire la “cantera” del Pd (ad esempio l’imperiese Edoardo Verda27 anni, specializzando in otorinolaringoiatria, che ha ottenuto più di 4.100 preferenze in una provincia da sempre difficile per la sinistra) mi domando: è possibile che ogni volta i “dem” debbano soggiacere alla maledizione di confidare in un anziano?

D’accordo, forse a differenza di tanti colleghi che si sentono insostituibili e persino immortali, io ho la mania del “largo ai giovani”. E’ una cosa che va praticata, non solo enunciata. Questa mania, però, magari l’ho contagiata proprio dall’elettorato, che sul punto è stato chiarissimo: nel partito più votato in Liguria, i giovani sono al primo, al secondo e al quarto posto (sul terzo predellino c’è l’imperiese Marco Scajola, che però sta dall’altra parte).

Francamente fatico a considerare ciò una semplice coincidenza. Anzi, non la considero tale per niente. Piuttosto, il caso vuole che di mezzo ci sia pure una donna, pertanto il Pd può rispettare anche l’alternanza di genere. Detto per inciso: Katia Piccardo è proprio brava e caparbia. Non lo dico io né lo affermano i suoi (se una prende passa 7 mila preferenze fai presto a incontrare un sostenitore), bensì gli avversari, che ovviamente non avrebbero alcun interesse.

Ma restiamo alla politica: il Pd ha un possibile candidato/a sindaco/a di Genova, ha un possibile leader dell’opposizione a Bucci in Regione e ha la possibilità di rinnovarsi alla radice. Vediamo che cosa i “parrucconi” si studieranno per fermare questo percorso.

Al momento è spuntata una raccolta di firme che propone una cosa nuova: le primarie…! Come se gli elettori non si fossero già espressi, giusto pochi giorni fa, per avere qualcosa di diverso sotto il cielo di Genova e di Liguria, stimolando anche il centrodestra. Perché vincere oggi non è garanzia di vittoria domaniE proprio il Pd ne dovrebbe sapere qualcosa.