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di Mario Paternostro

 

Luciana Castellina ospite venerdì della Fondazione Diesse di Genova, in una intervista a “Repubblica” ha detto una cosa giustissima. “Anche in Liguria le Regionali le ha vinte il centrodestra per pochi voti sul centrosinistra: i meccanismi della politica ormai sono falsificanti, corrispondono alla realtà anche fino a un certo punto. Il punto è che la democrazia, intesa come partecipazione, va ripensata e ricostruita. Ecco il vero ruolo della sinistra. Deve riconquistare i giovani che non votano. Con meno parole e facendoli partecipare davvero”.

Infatti. Come può venir voglia di andare a votare a un giovane che assiste, in queste ore, a una complessa operazione di equilibrismo con il manuale Cencelli in mano per costruire una giunta regionale? Vittima il presidente Bucci che, io penso, da consumato ex manager vorrebbe fare in fretta. Invece è una specie di rebus di nomi che entrano e escono dalla giunta, oppure escono e basta, per non fare entrare altri. Così, almeno, si sente raccontare nei famosi Corridoi. Pensiamo soltanto all’assessorato strategico, quello alla Sanità, sulla cui scelta si giocherà già nei primi sei mesi di nuovo governo ligure, il futuro di questa giunta in fieri. Se sballeranno sulla sanità disastrata saranno guai seri.

Siamo arrivati al punto non solo di trovare un assessore, ma di accoppiarlo, un tecnico, cioè medico e un politico, oppure un medico e un esperto di strategie digitali. Così sul curioso palcoscenico della trattativa salgono e scendono attori illustri e anche qualche comparsa. Nelle ultime ore riferiscono l’apparizione del professor Brunetto che ha anche la chance di essere savonese e, quindi, oltre l’esperienza indubbia reca una targa geografica indispensabile che mancava nel Lego politico: SV. E persino il professor Bassetti maestro dell’infettivologia e guida nei percorsi drammatici della pandemia. Assessori, sottosegretari, super-consulenti. Resterà qualche primario in corsia o ci sarà una coda di camici bianchi lungo le corsie nell’ospedale di via Fieschi? Qualche vecchio assessore alla Sanità come Pino Josi o Claudio Montaldo si farà pizzicare ripetutamente per svegliarsi dall’allucinazione para-politica.

Mi chiedo come mai non entri in giunta l’ex assessore comunale Matteo Campora, che credo, abbia lavorato bene alla mobilità e che da Bucci veniva indicato come un elemento forte, preparato. No. Resta fuori. E non mi raccontino che resta fuori perché lo ha deciso lui. Lui, Campora. Non ci credo.
L’ultima versione è che dovrà sostenere la campagna elettorale fra sei mesi del possibile candidato Piciocchi, che, sinceramente, non mi pare un pivello che ha bisogno dell’accompagnatore politico.

Insomma, il presidente Bucci rinuncia a un suo uomo forte per spostarlo a occuparsi di elezioni comunali, ma tutto questo stando solidamente seduto sui banchi del consiglio regionale. Allora non poteva restare a Tursi senza candidarsi in via Fieschi? E come lo sostiene il Piciocchi? Gli prepara la merenda? Gli scrive i discorsi? Gli legge la favola della buonanotte?

Così, nel mio distorto e maligno ragionare da giornalista retroscenista, immagino che ci sia sotto qualcosa d’altro, e magari Campora potrebbe diventare addirittura un competitor interno del collega Piciocchi, cioè che il forte ex assessore comunale portato in Regione da Bucci e eletto con buon risultato personale, possa giocarsela col fortissimo facente funzioni di sindaco come super-candidato per tentare di ri-conquistare Palazzo Tursi. In una fase complicata, molto complicata perché le regionali a Genova hanno fatto vincere nettamente il Pd di Andrea Orlando. Lascio tranquilla la sinistra che, come sempre, cerca nei territori i funghi politici, magari li ritrova (basta vedere le preferenze a chi vanno) e poi li dimentica. Nei territori, s’intende. Infine si sveglia la vigilia del voto.

Nella puntata del “Programma elettorale”, condotta venerdì da Giorgia Fabiocchi, gli ospiti di centrodestra hanno in qualche modo smentito le mie ipotesi, frutto di una mente malata come la mia. Discorsi farciti di banalità politichesi. Però questa pulce nell’orecchio mi ronza e parlandone con altri colleghi il ronzio aumenta. Ci sarà in ospedale un otorino che continua a fare il medico o sarà in coda per l’assessorato regionale?