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di Luigi Leone
Una donna

Ognuno è libero di fare le proprie scelte. Però deve avere l’onestà intellettuale di dirlo chiaro, quando esula dai suoi compiti abituali e sconfina in un territorio improprio. Ecco, Maurizio Landini, segretario della Cgil, signore degli scioperi contro il governo di centro-destra-destra non lo fa. O, almeno, non fino in fondo. Che a lui non piaccia questo esecutivo, la sua capa Giorgia Meloni, i ministri e ciò che essi dicono e fanno non è questione che si possa discutere: si può solo prenderne atto.

Landini, però, non può negare che in tutto il suo agire esista un pregiudizio che travolge il resto. Cioè: non fa il sindacalista, fa il politico. Se lo dicesse, nulla questio. Però dovrebbe comunque alcune spiegazioni. Uno: perché non spiccica da tempo una parola su Stellantis (ex Fiat), che pure non ha comportamenti favorevoli alle maestranze. Secondo Carlo Calenda (già ministro e oggi leader di Azione) la ragione è che gli Agnelli (John Elkann nella fattispecie) hanno assicurato Repubblica, noto foglio di sinistra, e tutta quella parte lì.

Due: quali risultati ha finora ottenuto la Cgil grazie all’impressionante mole di scioperi proclamati da quando alla guida del governo c’è Meloni? In precedenza, sotto l’egida di Mario Draghi, non esattamente un comunista d’antan (ma il Pd stava in maggioranza) Landini aveva invece partecipato ad una inspiegata pace sindacale.

Sono praticamente tutti argomenti utilizzati dal centro-destra-destra, però bisogna ammettere che non violentano il buon senso. E poi all’origine c’è quel “problemino”: non dire esplicitamente ciò che si fa e, soprattutto, perché lo si fa. Tuttavia, nell’ansia di capire ho provato a seguire le mosse della Cisl, bollata come socio occulto dell’esecutivo.

In Liguria alla guida di quel sindacato c’è Luca Maestripieri, uno abituato a ragionare con la sua testa. L’altro giorno è stato dalla prefetta di Genova Cinzia Torraco ed ha presentato il documento sulla legge di bilancio. Se come dicono Cgil e Uil, la Cisl fosse venduta all’esecutivo avrebbe detto che tutto va bene madama la marchesa. Invece no.

Alcune cose, spiega Maestripieri, “sono in linea con le rivendicazioni della Cisl”. Ad esempio rendere strutturale la diminuzione del cuneo fiscale. Non è la stessa cosa adottare il provvedimento una tantum, e comunque va benissimo, piuttosto che trasformarlo in permanente. O c’entra il fatto che il Pd fosse in maggioranza quando fu presa la decisione? Questo spiegherebbe perché si faccia oggi una giusta cagnara sulla sanità (liste d’attesa e scarsi investimenti) e si sia taciuto anni or sono: anche allora il Pd stava al governo.

Ma torniamo alla Cisl. Non ha bisogno di avvocati d’ufficio. Ma già è indicativo che pronunci la parola rivendicazione, propria di un sindacato. Poi, appunto, non è che della finanziaria tutto vada bene. Spiega Maestripieri: “Non ci piacciono i tagli nella scuola e neppure quelli al fondo per i disabili”. Inoltre, secondo il leader della Cisl ligure “vanno aumentati i soldi per le pensioni minime”.

Nella sola Liguria ci sono 34 mila pensionati che prendono non più di 500 euro e quasi 75 mila che non superano i 750 euro. Su una platea complessiva di circa 462 mila pensionati, almeno un quarto è sotto la soglia di sopravvivenza (e la più parte degli altri non è che stia molto meglio). Ecco, è di questo che un sindacato dovrebbe occuparsi, tralasciando il colore del governo di turno. Altrimenti si fa politica. Che va bene, per carità: ma è un’altra cosa.

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