L'ultima sentenza del Tar della Liguria che ha respinto il ricorso di tre stabilimenti balneari di Zoagli contro la delibera della Giunta comunale che aveva confermato la scadenza delle concessioni al 31 dicembre del 2023, non fa altro che consolidare quello che già la Corte di giustizia europea a suo tempo, e le sentenze gemelle del 2021 del Consiglio di Stato (e altre ancora) di sancire che le concessioni balneari sono terminate il 31 dicembre 2023. Di conseguenza qualsiasi proroga delle concessioni sono da disapplicare perché in contrasto con il diritto europeo.
Le amministrazioni locali devono intervenire. Devono entrare in possesso di quelle spiagge e quegli spazi. Gli ex concessionari devono consegnare quelle aree, togliere i manufatti mobili e, se hanno eseguito opere non congrue sul piano urbanistico, ripristinare gli spazi. Se ci sono dei manufatti di interesse, il Demanio li può acquisire senza alcun indennizzo, la legge è chiara e precisa: quando la concessione finisce il concessionario non ha diritto di nessun indennizzo. Quindi quelle norme che prevedono l'indennizzo o addirittura più assurde di riconoscere l'avviamento, come quando uno cede un bar, sono tutte illegittime e vanno impugnate. Su questo punto infatti ho fatto un appello: se qualcuno concorre e vince rispetto all'ex concessionario non deve riconoscere assolutamente nulla.
Ma la battaglia più importante è questa: noi vogliamo il ripristino delle spiagge libere. Nei piani di utilizzo demaniale bisogna avere quantomeno un 50% di spiagge libere. Non dimentichiamo che parliamo di un bene pubblico. Le spiagge infatti appartengono ai beni comuni pubblici, già il codice della navigazione prevedeva che si potevano dare in concessione in parte, ma come un atto eccezionale, qui siamo arrivati all'opposto: l'eccezionalità infatti sono diventate le spiagge libere, quindi bisogna liberarle in tutti i comuni. Quest'ultima sentenza del Tar della Liguria ci conferma ancora una volta che le spiagge non sono più degli ex concessionari.
Quindi quest'estate continueremo le nostre azioni e invitiamo i cittadini a stendere i propri asciugamani da spiaggia dove insistono gli ex concessionari, questi infatti non hanno nessun titolo a rimanere lì. Di fronte a queste ripetute sentenze che confermano ormai che le concessioni sono scadute, non si capisce perché le procure non intervengono. Ma qui siamo ancora in uno stato di diritto o bisogna cominciare a pensare a un Comitato nazionale di liberazione delle spiagge?
* Stefano Salvetti, referente nazionale Adiconsum e referente regionale Mare Libero
IL COMMENTO
Ti ricordi Peschiera gambizzato e il 1978 anno nero del terrorismo
Proroghe illegittime, ora le spiagge vanno liberate