GENOVA -"Non sono un assassino: ho ucciso mia moglie perchè vittima di un raptus di rabbia e appena possibile vorrei incontrare i nostri due figli per spiegarglielo e chiedergli perdono di quanto ho fatto".
A una settimana di distanza dall'uxoricidio di San Biagio, a Bolzaneto, Sebastiano Cannella, l'escavatorista che ha ammazzato la moglie Marzia Bettino nella loro villetta in via della Riviera, dal centro clinico del carcere di Marassi dove è rinchiuso controllato a vista per impedire che possa tentare il suicidio, continua a sostenere di avere agito in un attimo di rabbia, quando ha capito che sua moglie era determinata nel chiedere la separazione e lui avrebbe dovuto lasciare la sua casa per trasferirsi in una tavernetta adiacente.
L'uxoricida ha chiesto al suo legale Marco Piccardo di potere incontrare i figli Andrea e Alessandro, ma anche i suoi tre fratelli.
Andrea, 31 anni, il maggiore dei due figli, che è stato il primo a vedere la mamma senza vita nella tavernetta teatro del delitto, però a Primocanale spiega che è ancora prematuro parlare di una visita al padre: "Si vedrà più avanti, per ora nè io nè Alessandro non ce la sentiamo di rivederlo".
In queste ore intanto il magistrato titolare delle indagini Federico Panichi conferirà l'incarico a un medico legale per effettuare l'autopsia sulla donna, che è stata strangolata con una corda.
L'esame autoptico sarà molto importante per il proseguo delle indagini avviate dai carabinieri e ricostruire nei dettagli la dinamica dell'omicidio.
Cannella è accusato di omicidio aggravato dal vincolo di parentela perché il gip ha escluso la premeditazione che era stata richiesta dal pm.
Se le indagini dei carabinieri proveranno il contrario, ossia che l'uomo ha preparato il delitto, Cannella potrebbe essere condannato all'ergastolo.
IL COMMENTO
Situazione drammatica, presidente Meloni serve incontro urgente
La Liguria vuole tornare a correre, al via i cento giorni di Bucci