Cronaca

Miranda Romero Javier Alfredo, 41 anni, è deceduto nella sala di rianimazione del S. Martino: stava festeggiando la nascita di un figlio. L'artigiano che l'ha colpito, Evaristo Scalco, 63 anni, che ha provato ad estrarre il dardo, arrestato per omicidio
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di Michele Varì

GENOVA - È morto nella sala di rianimazione dell'ospedale San Martino il quarantenne peruviano colpito la scorsa notte all'addome da una freccia scoccata da un arco da un abitante in seguito a una lite per il fracasso in strada nel centro storico. (Leggi qui).

Miranda Romero Javier Alfredo, questo il nome della vittima, aveva riportato una ferita molto grave al fegato tanto che i medici hanno tentato un disperato intervento chirurgico all'addome, ma non è servito. L'uomo era arrivato in ospedale in gravissime condizioni.

L'aggressione tramutatasi in tragedia è avvenuta pochi minuti prima della mezzanotte in vico Mele, nel centro storico della Maddalena. La vittima, abitante a Marassi, aveva passato la sera con amici per festeggiare la nascita di un figlio.

L'uomo che ha ucciso  il quarantenne è Evaristo Scalco, (nella foto) un incensurato sessantenne italiano da poco abitante nella zona arrestato dai carabinieri per omicidio.

Dalla prima ricostruzione effettuata dai militari del Nucleo radiomobile l'abitante era uscito dalla finestra del suo appartamento posto al primo piano del palazzo per lamentarsi del rumore, ma la reazione delle persone in strada era stata violenta: uno di loro ha afferrato un petardo e l'ha lanciato dentro la sua abitazione, dove è poi esploso. Un botto fortissimo e udito da tutta la zona.

Scalco allora ha perso la testa e fuori di sé ha afferrato un arco della sua collezione di armi d'epoca e scagliato una freccia contro Miranda Romero Javier Alfredo, colpendolo all'addome. Il quarantenne si è subito accasciato sul selciato in un lago di sangue. Il primo a soccorrerlo in attesa dei soccorsi è stato l'assassino, che ha più volte tentato di estrarre la freccia dall'addome del ferito. Una scena straziante davanti a tanti altri abitanti, amici del ferito e altri inquilini del palazzo.

L'allarme è stato scattato con alcune telefonate al 112: sul posto gli operatori e i medici del 118 che hanno prestato le cure al ferito, poi intubato e trasferito al pronto soccorso dell'ospedale Villa Scassi, da dove poi è stato trasferito al San Martino per le gravissime lesioni al fegato. I medici qui hanno tentato un disperato trapianto dell'organo: ma è stato inutile, a fine mattinata il quarantenne è morto.

Alcuni abitanti del palazzo dove abita l'assassino, sotto choc per l'accaduto, hanno poi denunciato che i soccorritori sono arrivati in vico Mele dopo troppo tempo, "hanno impiegato almeno 25 minuti" accusano.

I carabinieri del nucleo radiomobile per ricostruire nei dettaglia la tragedia hanno interrogato gli abitanti del palazzo e le persone che erano in strada con la vittima al momento dell'aggressione.

Sequestrate anche le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona che hanno ripreso il delitto.

I militari hanno sequestrato in casa dell'arrestato tre archi e trenta frecce da lui costruite. Secondo quanto ricostruito, l'uomo è un artigiano originario della provincia di Varese con la passione di archi e frecce che costruisce da solo. Lavorava una ditta di riparazioni navali.

Ai militari l'assassino ha raccontato di avere sentito i due litigare sotto casa sua e di averli invitati più volte a smettere. I due, per tutta risposta, lo hanno insultato e avrebbero lanciato un petardo nella sua abitazione. L'artigiano li ha minacciati di prendere l'arco per spaventarli ma loro hanno risposto con altre minacce e lanciando, pare, un petardo poi esploso nell'abitazione. A quel punto Scalco ha imbracciato l'arma artigianale e scoccato la freccia che ha trafitto e ferito a morte Miranda Romero Javier Alfredo.

Cristian Spadarotto del Comitato di via del Campo e dei Carruggi, alla notizia della tragedia ha scritto una lettera aperta al prefetto Franceschelli.

"Non ci venga a parlare di "caso isolato. Non ci fornisca dati rassicuranti. Qui abbiamo bisogno di risposte concrete per evitare tragedie annunciate. Siamo profondamente addolorati per la vittima. Pretendiamo che il capitolo sicurezza venga finalmente considerato come una necessità impellente"