GENOVA - Entra sempre più nel vivo il processo per la tragedia di Ponte Morandi del 14 agosto 2018 in cui hanno perso la vita 43 persone. Dopo periti e consulenti da oggi parlano coloro che hanno indagato sul caso, ovvero i finanzieri della polizia giudiziaria. Ancora presto per nomi importanti come Ivan Bixio, colonnello della guardia di finanza, comandante della prima sezione della guardia finanza che ha svolto le indagini sulla tragedia.
"E' stata un'indagine che mai mi sarei aspettato di svolgere, un lavoro enorme per una tragedia che in tanti hanno equiparato al crollo delle Torri Gemelle di New York, la differenza è che in America sono stati i terroristi, a Genova la discutibile gestione del ponte...", aveva detto Bixio ai microfoni di Primocanale.
L'addio del detective di Ponte Morandi, Bixio (Gdf): "Tragedia come le Torri Gemelle" - IL SALUTO
Una nuova udienza dove verranno sentiti otto finanzieri e dove si parlerà delle intercettazioni telefoniche che sono andate a costruire l'indagine che ha reso possibile arrivare a Processo. Sono 58 le persone a processo, tra ex dirigenti e tecnici di Aspi e Spea (la società controllata che si occupava delle manutenzioni), funzionari del ministero e del Provveditorato. Le due società hanno patteggiato 30 milioni.
Intanto, ieri, la procura ha chiesto di sentire un nuovo teste ma i difensori si sono opposti. Il nuovo testimone, sulla cui audizione decideranno domani i giudici, è l'ingegnere Emanuele Codacci-Pisanelli, allievo di Riccardo Morandi, che partecipò ai lavori di rinforzo della pila 11 del viadotto Polcevera, negli anni '90, per esserne poi estromesso dopo aver suggerito di fare gli stessi rinforzi anche sulle pile 9 e 10. A tirarlo in causa è stato Paolo Rugarli, consulente di alcune parti civili. L'esperto è stato sentito ieri e oggi e ha raccontato di essersi messo in contatto con Codacci-Pisanelli.
L'ingegnere gli avrebbe detto, in uno scambio di mail che sono state depositate ieri, di essere stato nel gruppo di quelli che si occuparono del restauro della pila 11 e di essersi accorto, tramite una analisi sperimentale, che c'erano problemi anche nelle altre pile. Per tutta risposta, secondo Codacci-Pisanelli, Michele Donferri Mitelli e Gabriele Camomilla (entrambi indagati per il crollo del Morandi) che le prove riflettometriche erano a posto e non servivano ulteriori lavori e lo estromisero.
IL COMMENTO
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