GENOVA - Nata in Svizzera, catapultata nel centro storico di Genova quasi adolescente per seguire il papà, "per amore" tiene a precisare come coccolando il genitore con il pensiero.
Ma adesso, dopo anni di vita e di lavoro nel degrado e la criminalità della città vecchia, Daniela Steuble, la titolare dell'unica e grande edicola di piazza Caricamento, ha deciso che appena possibile tornerà a vivere a Zurigo, "dove la gente cammina per strada tranquilla"
"Voi vi meravigliate della rissa con il machete dell'altra sera - racconta la giovane dalla sua edicola -, ma qui è normale, niente di nuovo, tutti i giorni qui ci sono risse, non solo di sera, anche al pomeriggio, servirebbe una pattuglia fissa che controlli questa zona tutto il giorno, anche perché io pago le tasse come per una zona di lusso e mi pare che di lusso qui non ci sia niente. La gente di fronte a certe scene si spaventa, gli anziani, i bambini, normale che quando vedono arrivare sette macchine della polizia a tutta velocità si spaventino".
Daniela vive e lavora nel centro storico da 15 anni: "Sono arrivata qui che avevo 12 anni e tutti mi dicevano che i vicoli erano pericolosi e facevano schifo, ma io ci sono cresciuta e non ho avuto mai avuto paura di camminarci neppure di notte, oggi io posso dire invece che ho paura a girare nei centro storico, eppure io sono una dei vicoli. Le cose sono peggiorate, non c'è più controllo"
Ricorda una episodio particolare che l'ha colpita, traumatizzata?
"Una mattina un ragazzo di colore mi aggredì nell'edicola ancora chiusa, io non ce l'ho con gli stranieri perché anche tanti italiani qui si picchiano tutto il giorno, ma la polizia quel giorno ci mise 40 minuti ad arrivare perché prima mi fecero 1500 domande al telefono, io mi ero difesa dando una bastonata al mio aggressore e quando l'ho dissi il poliziotto mi venne consigliato di nascondere il bastone perché sennò doveva portarmi in questura... no, nel resto del mondo non funziona così, se tu mi aggredisci io posso difendermi, e sono una ragazza".
I ricordi della giovane poi vanno indietro, alla sua prima vita a Zurigo, "dove certe cose non accadano perché non le fanno accadere. Lì la gente quando cammina per strada è tranquilla, serena, qui la gente non è serena. Io quando sono arrivata dalla Svizzera presumevo che certe cose in un Paese civilizzato come l'Italia non accadessero. Ma è stato l'errore più grande che potessi fare nonostante io ami l'Italia, amo gli italiani e il cibo italiano e penso che l'Italia sia uno dei Paesi più belli del mondo. Io ho vissuto in Svizzera sino a 12 anni e - garantisce Daniela - e sono sicura che un giorno tornerò a vivere lì".
IL COMMENTO
Situazione drammatica, presidente Meloni serve incontro urgente
La Liguria vuole tornare a correre, al via i cento giorni di Bucci