Cronaca

Terenzio, ex amministratore delegato della società di sorveglianza, ignorava dell'allarme lanciato nel '79 dal progettista del ponte. Tensione in aula per le date delle convocazioni dei testi. Slitta la trasferta a Roma per interrogare l'ingegnere Pisani
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di Michele Varì

GENOVA -L'ingegnere Terenzio Merletti, per quarant'anni dirigente di Spea, e per sei, dal 2002 al 2008, amministratore delegato della società di ingegneria deputata vigilare sulle autostrade e sul viadotto Morandi, non ha mai saputo dell'esistenza di una relazione scritta nel 1979 dall'ingegnere Riccardo Morandi, il progettista del ponte, per mettere sull'avviso i gestori del viadotto sul Polcevera sulla necessità di intensificare i monitoraggi perchè il ponte si era dimostrato molto più vulnerabile agli agenti esterni di quanto lui aveva previsto.

A soli 12 anni dall'inaugurazione della sua opera, Morandi aveva scritto in inglese per una rivista specializzata che che attraverso le fessurazioni, la salsedine del mare e i fumi dei camini delle Acciaierie si insinuano fino al metallo dei tiranti immersi nel calcestruzzo e li corrodono senza lasciare segni all'esterno. "Penso che già tra pochi anni sarà necessario ricorrere a un trattamento per la rimozione della ruggine sui rinforzi esposti con iniezioni" aveva messo sull'avviso Morandi. 

Nella sua lunga deposizione Merletti ha spiegato cosa prevedeva il manuale di sorveglianza e di procedura di Spea, raccontando che negli anni in cui lui era amministratore delegato rapportandosi con Giampaolo Nebbia, dirigente Spea e uno dei 58 imputati del processo, non aveva mai appreso di corrosione nei cavi e di degradi eccessivi sul Morandi, un'opera a cui lui s'interessava molto perchè la più prestigiosa ma anche perchè il progettista era stato suo prof ad Ingegneria. Il voto assegnato a Morandi dopo i controlli è sempre stato 40: ossia un punteggio intermedio, degradato ma mai in condizioni da destare allarme, ha detto Merletti.

Merletti ha spiegato Che non aveva mai letto i risultati delle prove riflettometriche. “Ho letto sulla stampa che secondo le riflettometriche c’era una corrosione del 22%, ma quei dati quantitativi non corrispondevano a quanto mi aveva detto l’ingegner Nebbia che mi aveva sempre parlato di una scala dove il ponte Morandi aveva moltissimi 2, alcuni 3, pochi 4 e nessun 5, il grado più elevato di corrosione secondo la scala definita dalla società Moss.

Ha poi aggiunto: "Ai miei tempi per andare a capire l’entità della corrosione bisognava andarla a vedere con dei carotaggi fino ad arrivare ai cavi e non guardarli con il binocolo”.

Affermazione che ha poi scatenato la fantasia dell'avvocato Massimo Pelliccciotta, difensore dell'imputato Mauro Malgarini, dirigente dell'ufficio di Monitoraggio e Manutenzione di Aspi, che ha detto che lui quando va a caccia vede le sopracciglia di un cervo a 1200 metri di distanza". Parole a cui risponderà poi il pm Airoldi chiedendo al teste se Spea avesse in dotazione dei binocoli telescopici in grado di permettere di vedere dalla strada anche sopra lo strallo.

Il presidente del collegio dei giudici Paolo Lepri a inizio udienza aveva annullato con un'ordinanza la trasferta prevista per il 17, 18 e 19 luglio a Roma all'aula bunker del carcere di Rebibbia per ascoltare come testimone il progettista ed allievo di Morandi Francesco Pisani.

Le condizioni di salute di Pisani, 90 anni, che era già stato dichiarato da una perizia impossibilitato a venire in tribunale a Genova, si sono aggravate in questi giorni. "La prognosi è alquanto incerta e non determinabile" ha spiegato il presidente leggendo le conclusioni della nuova perizia disposta ieri.

Le giornate di udienza destinate alla trasferta romana si svolgeranno regolarmente a Genova per ascoltare gli ultimi testi dell'accusa. Con una nuova ordinanza il presidente ha prenotato l'aula bunker di Rebibbia per le giornate del 12 e13 settembre nel caso le condizioni di salute di Francesco Pisani migliorassero ma è molto probabile che le parti saranno costrette in quella data a rinunciare all'esame dell'allievo di Riccardo Morandi e ad acquisire le sommarie informazioni testimoniali rilasciate dal progettista alla guardia di finanza alla fine del 2018.

Pisani è un teste ritenuto dall'accusa molto importante: negli anni Novanta aveva progettato l'intervento di rinforzo sulla pila 11 del viadotto Polcevera ed era stato incaricato nel 2010 da Aspi di redigere un progetto per eseguire i lavori analoghi anche sulla pila 9 (quella crollata) e 10, ma quel progetto non era mai stati realizzato.

Domani altra udienza anche se il giorno più atteso è quello di lunedì 10 quando saranno interrogati tre testi molto importanti:

 

 

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